Il pronto soccorso non ce la fa: guerra del personale tra ospedali

Il primario del Mazzini chiede infermieri e paramedici ai servizi di Atri, Giulianova e Sant’Omero Insorgono i sindacati: «Non si può continuare a sguarnire i presidi periferici, la Asl assuma»

TERAMO. Una mail che ha allarmato non poco i sindacati. E’ quella scritta dal primario del pronto soccorso dell’ospedale di Teramo, Rita Rossi, che segnala la grave carenza di personale non medico e chiede che arrivino rinforzi dagli altri tre ospedali.

Contro la possibilità che la Asl attinga infermieri e Oss (operatori addetti all’assistenza) dai pronto soccorso o dalle rianimazioni di Atri, Giulianova e Sant’Omero insorgono Cgil e Cisl. «La toppa sarebbe peggiore del buco», esordiscono Andrea Salvi (Fp Cisl) e Amedeo Marcattili (Fp Cgil), «ancora una volta i tre presidi ospedalieri dovrebbero fornire personale per coprire carenze di organico dell'ospedale di Teramo. Se per la carenza di personale la sede provinciale piange, i presidi ospedalieri periferici non solo non ridono, ma sono in fibrillazione. La carenza di personale è infatti strutturale e investe tutta la Asl teramana. Prelevare personale dalle già carenti strutture significa abbassare i livelli minimi di assistenza in servizi delicati come l'emergenza sanitaria. Non ha senso diminuire i tempi di attesa al pronto soccorso di Teramo ed aumentarli negli altri presidi». I sindacati chiedono che non si proceda dunque a trasferire infermieri od Oss, anche se solo per coprire alcuni turni, ma si proceda celermente a nuove assunzioni. Al pronto soccorso del Mazzini mancano almeno 6 infermieri e tre Oss.

«Aspettiamo che la Regione dia l'ok alla pianta organica, che evidenzia una carenza di 429 persone di tutte le categorie», incalza Salvi, «solo così si potrà dare un’organizzazione definitiva al pronto soccorso. Speriamo che il nuovo direttore generale acceleri al massimo le procedure. Capiamo l'estrema difficoltà di gestire un’azienda che manca di un così elevato numero del personale, non va depotenziato il territorio, visto che ormai è universalmente riconosciuto che lì è il futuro della sanità». I sindacati chiedono inoltre che venga potenziata l'assistenza domiciliare, per evitare soprattutto che gli anziani per patologie croniche si rivolgano al pronto soccorso. «Che si tratti di trasferimenti o di mobilità temporanea non è il modo di risolvere i problema del pronto soccorso di Teramo», aggiunge Marcattili, «bisogna procedere alle assunzioni: mancano 300 fra infermieri e Oss in tutta la Asl. Bisognerebbe avviare contemporaneamente un tavolo per stabile le priorità nelle assunzioni: a nostro avviso quella assoluta è il personale sanitario, che manca ovunque. Se non si farà presto, in estate verranno chiusi e accorpati i reparti per mandare il personale in ferie, con una riduzione dei livelli di assistenza». Marcattili ricorda che un’operazione del genere, tentata mesi fa cercando di mettere al lavoro gli infermieri del 118 nel pronto soccorso è fallita: queste soluzioni estemporanee non risolvono il problema.

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