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Il rilancio dell’Hatria: «Da Teramo all’estero con sanitari di qualità»

Il nuovo amministratore unico dell’azienda di Sant’Atto annuncia che presto aprirà una nuova linea produttiva

TERAMO. Un anno decisivo per l’Hatria, che dal gennaio 2014 è di proprietà di Cobe Capital, un fondo di investimento americano. Un mese fa è stato nominato amministratore unico Vincenzo Panza. A lui il compito di rilanciare l’azienda di Sant’Atto, che occupa 160 dipendenti. L’Hatria da gennaio ha definitivamente tagliato il cordone ombelicale con la precedente proprietà, il gruppo Marazzi, e ora procede con le proprie forze. L’obiettivo è applicare il piano industriale illustrato da Thomas Kermongant, il manager di Cobe Capital che ha avviato l’operazione: potenziare la struttura commerciale e rendere più efficiente quella produttiva. Il tutto per recuperare quote di mercato e aumentare il fatturato.

«Appena arrivato in Hatria, la cosa che più mi ha colpito è stata la presentazione del processo creativo per i nostri prodotti», esordisce Panza, «quando ho chiesto ai nostri collaboratori di presentarmi i prodotti ho letto l’orgoglio di chi, con le proprie mani, li produce e quando presentiamo un prodotto non parliamo di idrosanitari in ceramica, parliamo di “design Italiano” e di “made in Italy”, orgoglio dell’industria italiana nel mondo. Hatria, ad oggi, ha nel proprio catalogo, prodotti del tutto innovativi sul mercato, basti pensare al G-Full che trasforma il bagno in un ambiente wellness. Un’elegante panca accanto al lavabo e alla doccia, ma sollevandola appaiono i sanitari in una soluzione del tutto innovativa. Si pensi al Trilogy, 3 lavabi nei colori dell’oro, ad Abito che ricalca il concetto del bagno che si rinnova ogni volta ed a tante altre caratteristiche proprie dei nostri prodotti che ci porteranno gradualmente a posizionare la nostra azienda sulla fascia medio alta del mercato con un prodotto di design e di qualità riconosciuta dal mercato».

Panza punta proprio sull’innalzamento del livello del prodotto, per cui ha già avviato interventi volti, ad esempio «ad una più attenta gestione della qualità sul prodotto e sui processi. Qualità non significa infatti solo prodotto ma riguarda a maggior ragione tutta la sfera di assistenza al cliente e post vendita in senso lato. Accanto a questo stiamo mettendo in atto delle azioni commerciali a consolidamento dei mercati esistenti mediante il miglioramento della nostra presenza e della nostra visibilità sui punti vendita. In parallelo stiamo sviluppando strategie di ingresso in nuovi mercati, puntando a consolidare ed espandere la nostra presenza all’estero con prodotti che identifichino la nostra natura di azienda italiana». E quindi anche partecipazione a fiere ed eventi.

«Per quel che riguarda lo stabilimento, che presenta tecnologie all’avanguardia nel settore, a breve completeremo l’investimento su una nuova linea che renderà più efficiente la produzione e soprattutto renderà più agevoli le condizioni di lavoro per le persone», aggiunge l’amministratore unico, «come è noto, gli ultimi rapporti della Camera di commercio mostrano una riduzione del mercato italiano che passa da 5,2 milioni di pezzi venduti nel 2009 a 3,6 milioni nel 2013. Ciò ha naturalmente penalizzato l’intero mercato domestico con una compressione generalizzata dei volumi che ci ha portati a dover usufruire degli ammortizzatori sociali in vista di una auspicabile ripresa del mercato, da una parte, e dei canali di vendita, dall’altra. Ad oggi stiamo comunque lavorando su tre turni nel rispetto dei volumi di produzione preventivati nei nostri piani industriali». L’Hatria utilizza un contratto di solidarietà che scadrà ad agosto.