In 80 devono sospendere la radioterapia

L’acceleratore lineare è rotto da mercoledì. Il manager: lunedì torna in funzione, a febbraio arriva il macchinario nuovo

TERAMO. Di nuovo fuori uso l'acceleratore lineare. Da mercoledì sera al Mazzini sono bloccate tutte le radioterapie.

Il macchinario che cura il cancro con radiazioni ionizzanti ha ormai 12 anni e accusa il peso dell’età. Questa volta si è rotta una valvola, che è stata ordinata alla casa madre, la Siemens, con procedura d’urgenza. Il pezzo di ricambio è arrivato in ospedale in queste ore da Monaco e sarà montato lunedì. «Se tutto va bene riprenderemo con le radioterapie lunedì alle 14», annuncia il responsabile del reparto, Carlo D’Ugo, «c’è da dire che la macchina per gli anni che ha, va molto bene: nel 2013 si è fermata solo per 4-5 giorni. Capisco i pazienti, che vivono una fase molto delicata, ma possono stare tranquilli perchè il guasto sarà riparato a breve: spero di recuperare tutti i trattamenti in un giorno». La radioterapia del Mazzini tratta un media una quarantina di pazienti al giorno, quindi finora è saltata un’ottantina di trattamenti.

Il direttore generale, Paolo Rolleri, sta seguendo la situazione, che ben presto avrà un’evoluzione positiva. «E’ prevista per febbraio la consegna di una nuova macchina, un acceleratore lineare Trilogy Varian», spiega Rolleri, «che ha caratteristiche notevolmente superiori rispetto a quella in uso. Funziona a intensità modulata: mira l'organo da trattare lasciando intatti gli organi vicini. Assicura trattamenti molto più efficaci: è ottima per prostata, polmoni e testa-collo. La messa in opera, considerando le opere edili e impiantistiche per la sua installazione è prevista per il 12 aprile. Sarà un bel passo avanti».

Il nuovo acceleratore, insieme alla Tac multistrato già arrivata e utilizzata in ospedale, è costato all’incirca due milioni e mezzo di euro, provenienti dall’ex articolo 20 della Finanziaria. Accanto al nuovo macchinario, per ora, resterà in funzione quello vecchio, che sarà destinato soprattutto a patologie mammarie e a cure palliative. Probabilmente sarà utile per smaltire un po’ della lista di attesa, che attualmente per la radioterapia teramana si attesta sui due mesi e mezzo. Ma è presto per dirlo. Infatti l’attivazione del nuovo macchinario che consente trattamenti di altissima precisione probabilmente accentuerà un fenomeno già in atto, cioè quello della mobilità attiva. Sono diversi, infatti, i pazienti che da altre Asl della regione, soprattutto Pescara e Chieti, si fanno curare al Mazzini. «La nuova macchina», spiega D’Ugo, «è in grado di raggiungere dosi di radiazioni molto più alte e con meno effetti collaterali in quanto si risparmiano molto di più i tessuti sani. In definitiva aumenteranno la qualità e la quantità delle prestazioni. La Tac dedicata servirà a identificare ancora meglio il "bersaglio”». Nel futuro, visto che l’età media di un acceleratore lineare è di 12-14 anni e che quindi ben presto quello attualmente in uso diventerà decisamente antieconomico, c’è l’acquisto di un altro acceleratore, da un milione di euro.

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