«Io salvato dalle trasfusioni, invito tutti a donare il sangue» 

L’appello lanciato da Cantarelli, il direttore dell’azienda per il diritto allo studio dell’università  La leucemia gli è stata diagnosticata un mese dopo la convenzione tra Adsu e Fidas per gli studenti

TERAMO. Che donare il sangue fosse importante il dottor Fabrizio Cantarelli lo ha sempre saputo. Da giovane era stato un donatore e nell'aprile 2022 fra i primissimi atti da neo-direttore dell'Adsu di Teramo, l’azienda per il diritto allo studio dell’università, c'è stata la convenzione fra l'azienda per il diritto allo studio universitario e la Fidas. Un'iniziativa voluta, di concerto col presidente Adsu Vincenzo Di Giacinto e la co-direttrice Maria Cristina Della Ripa, per sensibilizzare gli studenti su un tema di assoluta rilevanza. Ma ciò che il dottor Cantarelli non sapeva, e non immaginava minimamente, era che poche settimane dopo la stipula della convenzione sarebbe diventato lui stesso testimone diretto dell'importanza della donazione. Perché la vita è in grado di mettere insieme appuntamenti sorprendenti e coincidenze inspiegabili.
La battaglia del direttore Cantarelli si chiamava, e si chiama, leucemia mieloide acuta. Una malattia che gli è stata diagnostica, in modo del tutto inaspettato, 46 giorni dopo la firma della convenzione con la Fidas. «Non so come definire questa coincidenza, di certo è stato un segnale che oggi leggo in modo positivo», racconta Cantarelli col piglio deciso di chi vuole averla vinta e spuntarla su una malattia «che non conoscevo, che quando mi è stata diagnostica pensavo mi portasse alla morte. Ed invece sono qui a raccontare la mia esperienza, con uno scopo preciso: testimoniare l'importanza della donazione del sangue perché se non ci fossero i donatori non ci sarebbe vita. Io, senza le trasfusioni, sarei morto», prosegue.
Per comprendere la vicenda di Cantarelli è necessario fare un passo indietro: dal 2003 funzionario dell'azienda per il diritto allo studio, il 12 aprile 2022 gliene viene affidata la direzione con la collega Della Ripa. All'entusiasmo per il nuovo incarico si accompagnano tante idee e progetti da attivare, fra questi la convenzione con la Fidas di Teramo. «Pensai di avviare una campagna di sensibilizzazione fra gli studenti con un punto informativo nella mensa universitaria, luogo principe della socialità dei giovani: un modo diretto per divulgare la cultura del dono. Contattai i vertici Fidas di Teramo, Gabriella Di Egidio e Davide Cordoni, che mi diedero subito la massima disponibilità. Di lì a pochi giorni ci fu la sottoscrizione della convenzione, con l'entusiasmo di tutti», ricostruisce Cantarelli, «poi, a giugno, mi sono sentito male: una brutta tosse che ci fece pensare al Covid. Andai in ospedale, a Pescara, città dove vivo e da dove faccio ogni giorno la spola per raggiungere il mio ufficio di Teramo. Dopo 24 ore la diagnosi: leucemia mieloide acuta. Fui subito sottoposto a trasfusioni di sangue, che mi salvarono la vita. Mi sembrava tutto così assurdo. Nel reparto di ematologia, seguito in modo straordinario dallo staff coordinato dalla dottoressa Prassede Salutari, compresi ancor più il valore della donazione: si possono incontrare i migliori medici del mondo, come è capitato a me, ma se manca la materia prima, cioè il sangue, non si sopravvive. Da quel giorno ho fatto diverse trasfusioni, sono rimasto a lungo in ospedale, in isolamento, col pensiero di dover e voler rassicurare parenti ed amici». Cantarelli trascorre tre mesi in ospedale, isolato ma non solo: dal suo letto ha lavorato, fatto cicli di chemioterapia, realizzato video per amici e familiari, partecipato a webinar, e lottato contro la malattia sostenuto «da chi mi vuol bene, dai sanitari e dagli amici della Fidas di Teramo che non mi hanno mai fatto sentire solo». A settembre arrivano le dimissioni e lui riprende a viaggiare fra Pescara e Teramo per lavorare continuando a fare controlli e day hospital. La sua vita è cambiata, ma non troppo. «Sono certo che guarirò del tutto, non ho mai smesso di fare progetti per il futuro: dalla ristrutturazione di casa alla pianificazione di viaggi in moto alle iniziative professionali», dice Cantarelli con ottimismo, lo stesso col quale si prepara ad una nuova importante prova che affronterà a breve: il trapianto di midollo. Per lui una «necessaria parentesi» per tornare alla vita che ha sempre fatto e che «voglio continuare a fare, con sentimento di gratitudine verso chi mi ha permesso di essere qui, verso i donatori e quanti si prodigano per favorire la donazione del sangue».
©RIPRODUZIONE RISERVATA