L'Idv a Chiodi: chiarezza sul caso Tancredi

Dieci domande al governatore e la richiesta di svelare le consulenze al socio di studio

TERAMO. Perché Chiodi resta zitto? La politica va più veloce della procura e pone a Gianni Chiodi dieci domande per spingere il presidente della Regione a rompere il silenzio sulla vicenda giudiziaria che coinvolge lo studio Chiodi-Tancredi. Sono dieci domande sul crac da 15 milioni delle società degli imprenditori Di Pietro; sui soldi distratti da quattro fallimenti e dirottati nel paradiso fiscale di Cipro da dove, come un salmone risale la corrente, quei soldi sono finiti in due società teramane con sede legale in piazza Sant'Anna, nello studio del governatore e del suo socio. Una delle due società terminali di questo strano giro, la Kappa Immobiliare, sequestrata dal gip Marina Tommolini, era amministrata da Carmine Tancredi, commercialista-braccio destro di Chiodi che, negli ultimi anni, riceve dalla Regione incarichi esterni con parcelle superiori ai 50mila euro.

Qualche esempio: la consulenza per risolvere l'impasse di Abruzzo Engineering, i fondi Jessica e i rapporti con la Bei.In sintesi: è come se Chiodi incaricasse se stesso? E' lecito? La politica gli chiede anche questo. Lo incalza prima della procura ponendogli un undicesimo quesito: perché l'Abruzzo e la Sardegna sono le sole due regioni italiane che non hanno mai comunicato al ministero degli Interni l'elenco delle consulenze esterne della Regione?

Andiamo per ordine. Le dieci domande le fa Cesare D'Alessandro, consigliere regionale dell'Idv: «Chiodi ha il dovere morale e politico di rispondere e chiarire in quanto uomo pubblico», esclama D'Alessandro. Ecco le domande: lei, presidente Chiodi, è a conoscenza che Cipro è sulla lista nera dei paradisi fiscali stilata dall'Ocse? Il suo studio professionale ha mai costituito società nell'isola di Cipro? E in particolare, per conto di Nicolino e Maurizio Di Pietro? Il suo studio era a conoscenza dei trasferimenti di capitali, peraltro illegalmente acquisiti, in varie banche inglesi con filiali in Svizzera? I soldi che successivamente rientravano in Italia dalla Svizzera non hanno mai fatto sorgere in lei e nel suo socio il minimo dubbio? E' in grado, signor governatore, di quantificare l'evasione fiscale determinata dal vorticoso giro di capitali nel paradiso cipriota? Da quasi un mese, pressoché quotidianamente, il suo studio viene chiamato in causa da articoli di stampa sui quali lei tace; ritiene, caro governatore, che la questione non la riguardi? Perché, quando il suo studio è stato perquisito dall'autorità giudiziaria, lei non lo ha mai reso pubblico? Perché non dà all'opinione pubblica abruzzese la sua versione dei fatti? Ritiene che la vicenda del crac dei fratelli Di Pietro costituisca un complotto contro di lei? Non ritiene forse giusto che gli abruzzesi, i quali da 4 anni pagano ogni sorta di tasse per ripianare i debiti contratti, debbano sapere da chi sono guidati e in che maniera? Chiodi, oltre ad essere il presidente di Regione meno apprezzato d'Italia dai suoi elettori (fonte Sole 24ore), è anche il meno trasparente d'Italia (fonte ministero Funzione Pubblica): così scrive invece Carlo Costantini, leader regionale dell'Idv: «Se il primo è un giudizio soggettivo della maggioranza degli abruzzesi, il secondo è un riscontro oggettivo, pubblicato sul sito del Governo. L'Abruzzo e la Sardegna, infatti, sono le sole regioni che violano l'obbligo di rendere pubblici gli elenchi dei collaboratori esterni cui sono stati affidati incarichi di consulenza. Un obbligo che si basa su una legge dello Stato (la 244/07) che impone a Chiodi di far sapere ai cittadini che pagano le tasse quali collaboratori o consulenti nomina, perché li nomina e quanto li paga. Un esempio? Quello del suo socio di studio Tancredi. Pur sapendo tutti che ha ricevuto plurimi incarichi da Chiodi, agli abruzzesi non è consentito di sapere di cosa è stato chiamato ad occuparsi; perché proprio lui e non altri; cosa ha prodotto con la sua consulenza, se e quanto è stato pagato. Prima o poi qualcuno sarà chiamato a risponderne, anche dalla Corte dei Conti. Ma a Chiodi in questo momento interessa altro».

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