L’istituto agrario vende due case e realizza la cantina

Il “Rozzi” ricava 200mila euro ma non si accontenta: vuole incassare di più e mette all’asta altri immobili

TERAMO. Duecentomila euro per realizzare una cantina. E’ questo il ricavato dell’asta bandita dall’istituto professionale per l’agricoltura di Teramo a marzo. L’istituto ha messo in vendita beni per 700mila euro. Si tratta di terreni, capannoni e case coloniche alle porte di Teramo. «A conclusione della prima asta siamo riusciti a vendere due edifici: uno a Villa Schiavone e uno a Piano d’Accio, si tratta di rustici con piccoli appezzamenti intorno», annuncia il vicepreside della scuola, Carlo Matone, «l’aggiudicazione definitiva è avvenuta il 17 aprile e abbiamo ricavato 124mila euro dall’edificio di Villa Schiavone e 74mila dall’altro. Con questa somma vogliamo avviare il programma di investimenti che ci eravamo prefissi. Costruiremo la cantina, adiacente al vigneto e alla scuola. Dobbiamo ancora realizzare il progetto preliminare, faremo una costruzione compatibile con le risorse disponibili. Ma speriamo a breve di incassare altri fondi, abbiamo intenzione infatti di ripetere le gare abbassando un po’ il prezzo, nei limiti consentiti dalle legge (in pratica il 10%, ndr)». A breve si riunirà il consiglio d’istituto per decidere il secondo bando. Finora sono stati messi in vendita tre lotti di aree edificabili a Nepezzano: uno è di 3.200 metri quadri (il prezzo a base d’asta era di 106.315 euro), il più grande è di 6.500 (198.000 euro) e uno di 2.200 metri quadri (88mila euro). A questo si aggiungono due lotti di terreni agricoli, uno a Colleatterrato basso di un ettaro e mezzo (il prezzo a base d’asta era 31.900 euro) e uno a Fiumicino di 8mila metri quadri (32.252 euro ).

La scuola ha messo in vendita anche otto lotti un paio di chilometri più verso il mare, a Piane Pozzo. L’istituto è infatti proprietario di una casa colonica e alcuni capannoni in questa contrada alle porte della città, dove c’era l’azienda zootecnica, con una serie di rustici. Gli spazi sono stati suddivisi in otto lotti , che hanno importi a base d’asta da un massimo di 44mila euro a un minimo 11mila euro. Tutti questi beni immobili verranno dunque rimessi all’asta, ma con uno “sconto”.

D’altronde sono inutilizzati e la scuola vuole innovarsi. «La cantina è un progetto strategico», spiega Matone, «perchè oggi quella del vino è produzione più redditizia del settore agricolo in provincia di Teramo e quindi intendiamo formare i nostri ragazzi in questo settore, dove riteniamo ci siano sbocchi lavorativi. E poi questo nuovo edificio dovrebbe servire anche per avviare altre attività, ora non possibili con i 200mila euro, come un frantoio e un laboratorio chimico dove fare le analisi. E’ un modo per utilizzare in modo razionale i beni pubblici: vendiamo beni che avevano un uso marginale per investire nell’innovazione».

Si tratta di beni immobili acquistati negli anni Sessanta: la Cassa del Mezzogiorno, quando ha realizzato la scuola, ha comprato appezzamenti per le attività didattiche, circa 60 ettari nel comune di Teramo attorno alla scuola, 10 a Isola e a Civitella dove c’erano le sedi secondarie. (a.f.)

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