L’open day per i non vaccinati è un flop 

Dei 13mila over 60 interessati si sono presentati 555 a Teramo e 315 a Giulianova. L’obiettivo della Asl era fare 1.500 dosi

TERAMO. I numeri si commentano da soli. E quelli dell’open day vaccinale organizzato ieri dalla Asl per gli over 60 che finora non avevano aderito alla campagna (circa 13mila persone in provincia) sono stati impietosi, nonostante per invogliare i riottosi si fosse deciso di somministrare il monodose Johnson&Johnson. Nell’hub di Teramo sono stati inoculati 555 vaccini, in quello di Giulianova 315. Il direttore sanitario della Asl Maurizio Brucchi chiarisce: «A Teramo ci eravamo dati un obiettivo di mille dosi, dunque ne abbiamo fatte il 55%, e a Giulianova di 500, quindi siamo sul 60%».
Brucchi insomma non lo vede come un flop totale, ma ovviamente non è soddisfatto e allarga il discorso a tutta la campagna vaccinale. «La campagna», dice, «ha un momento di flessione non solo a livello locale ma anche nazionale, tanto che il commissario Figliuolo ha abbassato il target ovunque. In provincia di Teramo fino a ieri (giovedì, ndr) dovevamo fare 3.033 dosi al giorno, da oggi (ieri, ndr) al 24 l’obiettivo è sceso a 2.200».
Il direttore sanitario, nonché responsabile regionale della campagna vaccinale, rivendica tuttavia la bontà dei risultati ottenuti finora. «Noi sulle categorie over», dice Brucchi, «siamo messi bene. Per la fascia 80-89 anni siamo al 91% di vaccinati, per i 90-99 al 93%, per i 70-79 all’89% e per i 60-69 all’82%. Quanto ai fragili, è stato fatto il 96%. Insomma: tanta gente ancora da vaccinare non c’è, il grosso è fatto. Certo, 13mila over 60 non vaccinati sembrano tanti, ma in realtà non lo sono perché purtroppo tanta gente non si vaccina, e questo è dovuto a diversi fattori. Il primo è questa incertezza su Astrazeneca, che indubbiamente ha creato allarmismo. Ora bisogna che i cittadini riprendano un po’ di fiducia nella vaccinazione. E poi c’è anche altro: si avvicina l’estate, il virus non circola più come prima, la gente si sente sicura e pensa che vaccinarsi ora sia inutile. Poi magari tornerà a preoccuparsi a settembre. Tanto per far capire meglio questo rilassamento psicologico: ho fatto fare mille telefonate per anticipare la dose, solo cento degli interpellati hanno detto sì».
Brucchi tiene a ribadire una cosa: «Vaccinarsi è importante sia con la prima che con la seconda dose, chi pensa di essere coperto solo con la prima sbaglia. Basta guardare quello che sta succedendo in Gran Bretagna, dove con la variante Delta si ricominciano a vedere i ricoveri in ospedale. Perché l’obiettivo del vaccino non è tanto non prendere il virus ma non finire in ospedale con la polmonite. Inoltre, in tanti Paesi si sta vaccinando con due tipi di vaccino senza problemi».
Quanto agli open day vaccinali, potrebbero essere riproposti ma anche no. «Vediamo», conclude Brucchi, «l’esperienza di oggi (ieri, ndr) serviva a capire come regolarsi, ora valuteremo questi dati e decideremo se riproporre gli open day».
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