La crisi morde Pineto nell’ultimo anno sparite 116 aziende

Dati allarmanti per il 2012: il crollo maggiore nell’edilizia Balducci: «Bisogna rivitalizzare l’economia reale»

PINETO. Sono 116 le aziende di Pineto che hanno abbassato le saracinesche nel 2012.Contro le 83 che invece hanno aperto. I dati diffusi dalla Camera di commercio di Teramo fanno rabbrividire, se si pensa che sono in netta controtendenza rispetto al periodo 2009-2011 in cui le chiusure delle attività erano sempre inferiori al 10% rispetto alle nuove aperture.

A soffrire sono quasi tutti i settori. Quello dell'edilizia e delle costruzioni, però ha segnato un record negativo senza precedenti. Nel 2012 hanno aperto la partita Iva solo 14 imprese edili contro una cancellazione di circa 31 unità. I dati analizzati sono stati forniti dal commercialista Giuseppe Balducci che, in una nota fa il punto sull'economia pinetese: «la situazione economica della città è in completa stagnazione. Solo delle politiche volte alla rivitalizzazione dell' economia reale possono ricreare la possibilità di aumentare il prodotto interno della città di Pineto». Balducci prosegue: «oggi è facile parlare di stimolare l'offerta lavoro, ciò è altrettanto inutile se si considera che la domanda è totalmente azzerata. Bisogna proiettarsi verso i mercati esteri, sia in termini di offerta di prodotti che di servizi (anche turistici) puntando sulle risorse delle famiglia, ambiente, cultura ed enogastronomia».

Ed è proprio sul turismo che quest anno si gioca la partita più importante della città di Pineto e non solo. Da un'indagine svolta fra i diversi titolari di hotel e camping, al momento, stando alle prenotazioni per la stagione estiva 2013, c'è da preoccuparsi. Il calo delle richieste è evidente.Mentre, anni fa a Pasqua molte attività erano già al completo, ad oggi il quadro è ancora incerto. Il titolare di un noto albergo di Pineto parlando dell'argomento afferma: «se non lavoreremo bene la prossima stagione saremo costretti a chiudere. Le tasse sono troppo alte. Lavoriamo solo due mesi all'anno per coprire le spese invernali». Una soluzione per sopravvivere alla crisi la lanciano le agenzie di viaggio che avvertono: «non siamo più competitivi, i prezzi sul listino delle attività ricettive sono troppo alti. E' vero che non sono stati aumentati, ma bisogna capire che adesso è il momento di fare offerte e pacchetti vantaggio per famiglie e ridurre fino al 30% i prezzi, se si vuole attirare interesse».

Domenico Forcella

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