La droga dei Casalesi sulla costa vibratiana

La squadra mobile di Ascoli arresta il capo dell’organizzazione: si riforniva di eroina a Casal di Principe

VAL VIBRATA. L’eroina dei clan dei Casalesi sulla costa adriatica: è questo, secondo la polizia ascolana, il collegamento da fare dopo l’arresto di Sanni Esamil Esstak, liberiano di 40 anni. L’uomo è stato bloccato ieri mattina dalla squadra mobile di Ascoli diretta da Roberto Di Benedetto: secondo gli investigatori è colui che riforniva i corrieri napoletani che fino a qualche mese arrivavano sulla costa ascolana e teramana e che facevano parte della vasta organizzazione criminale smantellata qualche settimana fa proprio dalla polizia ascolana con il blitz che ha portato a 11 arresti, tra italiani e nigeriani. Esstak , anch’egli colpito da ordinanza di custodia cautelare, era riuscito a sfuggire e a trovare rifugio a Casal di Principe, nel Casertano, dove, secondo l’accusa, provvedeva a rifornire di droga i corrieri.

Le indagini presero spunto a seguito di intercettazioni telefoniche relative al rogo doloso dello chalet Medusa di San Benedetto. Dopo la mega operazione con gli 11 arresti, sei poliziotti della mobile ascolana si sono trasferiti a Casal di Principe per catturare il latitante. Quando il capo presunto dell'organizzazione criminale è salito sul pullman diretto ad Ancona i poliziotti lo hanno seguito per arrestarlo in prossimità di di San Benedetto del Tronto. L'organizzazione malavitosa era composta da cittadini italiani e tunisini che dopo aver fatto arrivare l'eroina da Napoli direttamente sulla riviera adriatica provvedevano a spacciarla al dettaglio. Due persone, un italiano e uno straniero, sono stati arrestati a Martinsicuro dove, secondo la polizia, la droga veniva nascosta in spiaggia, nella zona in cui si trova il piccolo approdo per barche. Ed è qui che avveniva la vendita. Secondo la ricostruzione della squadra mobile il mercato era gestito direttamente dagli stranieri e nelle intercettazioni telefoniche uno di loro si vanta di poter guadagnare almeno mille euro al mese.

L'operazione è stata chiamata "Medusa" dal nome dello stabilimento balneare di San Benedetto del Tronto che venne incendiato dall'organizzazione. L'attività d'indagine è partita dopo l'incendio dello chalet avvenuto il 10 marzo 2014 a San Benedetto del Tronto. Le indagini condotte dalla Mobile e dal Commissariato di San Benedetto hanno permesso di attribuire il rogo a tre extracomunitari che la sera prima era stati cacciati dal locale perchè sospettati di spacciarvi droga. (d.p.)

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