La Fimmg chiede tamponi ai medici di base I sindacati li sollecitano per i dipendenti Asl

Tamponi per tutti i medici di base e di continuità assistenziale. Li chiede il segretario provinciale di Fimmg Teramo, Glauco Appicciafuoco (nella foto), alla Asl. «Lo scopo è quello di tutelare»,...
Tamponi per tutti i medici di base e di continuità assistenziale. Li chiede il segretario provinciale di Fimmg Teramo, Glauco Appicciafuoco (nella foto), alla Asl.
«Lo scopo è quello di tutelare», afferma Appicciafuoco, « sia i medici di base, alcuni dei quali purtroppo già positivi e attualmente in isolamento, sia gli assistiti con i quali vengono a contatto nei casi in cui il triage telefonico non risulta possibile. Un medico portatore sano e asintomatico, infatti, rischia di diventare lui stesso uno strumento di diffusione esponenziale dell’infezione».
La segreteria territoriale NurSind di Teramo, intanto, chiede
che siano sottoposti al tampone tutti gli operatori sanitari e non solo coloro che sono stati a contatto diretto con pazienti risultati positivi. «La richiesta si rende necessaria anche al fine di evitare che si debba fronteggiare, in un immediato futuro, un'emergenza legata alla carenza di personale nell’organico aziendale e che gli stessi operatori sanitari possano diventare veicolo dell'infezione», scrive il segretario Giuseppe De Zolt, fra l’altro, chiede anche quando saranno disponibili i dispositivi di protezione individuale per tutto il personale oltre a quale tracciabilità abbiano le donazioni arrivate finora, e quali sono le misure organizzative adottate per monitorare e tenere sotto controllo il diffondersi del virus tra il personale sanitario.
Cgil, Cisle Uil funzione pubblica, invece, hanno inviato alla stampa in un sol colpo sei lettere scritte ai vertici della Asl e non solo che a diverso titolo riguardano la sicurezza e la retribuzione del personale durante l’emergenza Covid. Si va da lettere, (dal 24 febbraio in poi) in cui si sollecita l’adozione di una serie di misure alcune delle quali poi adottate: dalla fornitura di Dpi al blocco dei ricoveri programmati, all’accelerazione dei tempi di refertazione dei tamponi, a una diffida del 18 marzo, rivolta anche alla Regione, appunto sulla fornitura dei dispositivi di sicurezza. Il 20 marzo è stata inviata alla Asl la richiesta di fare tamponi a tutto il personale. Il 16 marzo invece è stato sollecitato il pagamento di una indennità di rischio a tutto il personale che ha a che fare con l’emergenza Covid. Infine, l’11 marzo è stata inviata una comunicazione riguardo a un caso di sospetto contagio all’interno dell’Utic di Teramo. Il responsabile, stando alla lettera, aveva chiesto al personale che era venuto a contatto con il sospetto malato di rimanere in reparto ad aspettare il risultato del tampone. Procedura, sempre secondo la lettera dei sindacati confederali, criticata dal Nursind, secondo cui il personale avrebbe dovuto tornare a casa. Secondo Cgil, Cisl, e Uil Fp la condotta del responsabile del reparto è stata corretta sia dal punto di vista legale che morale, per contenere il pericolo di contagio alla collettività.
«Lo scopo è quello di tutelare», afferma Appicciafuoco, « sia i medici di base, alcuni dei quali purtroppo già positivi e attualmente in isolamento, sia gli assistiti con i quali vengono a contatto nei casi in cui il triage telefonico non risulta possibile. Un medico portatore sano e asintomatico, infatti, rischia di diventare lui stesso uno strumento di diffusione esponenziale dell’infezione».
La segreteria territoriale NurSind di Teramo, intanto, chiede
che siano sottoposti al tampone tutti gli operatori sanitari e non solo coloro che sono stati a contatto diretto con pazienti risultati positivi. «La richiesta si rende necessaria anche al fine di evitare che si debba fronteggiare, in un immediato futuro, un'emergenza legata alla carenza di personale nell’organico aziendale e che gli stessi operatori sanitari possano diventare veicolo dell'infezione», scrive il segretario Giuseppe De Zolt, fra l’altro, chiede anche quando saranno disponibili i dispositivi di protezione individuale per tutto il personale oltre a quale tracciabilità abbiano le donazioni arrivate finora, e quali sono le misure organizzative adottate per monitorare e tenere sotto controllo il diffondersi del virus tra il personale sanitario.
Cgil, Cisle Uil funzione pubblica, invece, hanno inviato alla stampa in un sol colpo sei lettere scritte ai vertici della Asl e non solo che a diverso titolo riguardano la sicurezza e la retribuzione del personale durante l’emergenza Covid. Si va da lettere, (dal 24 febbraio in poi) in cui si sollecita l’adozione di una serie di misure alcune delle quali poi adottate: dalla fornitura di Dpi al blocco dei ricoveri programmati, all’accelerazione dei tempi di refertazione dei tamponi, a una diffida del 18 marzo, rivolta anche alla Regione, appunto sulla fornitura dei dispositivi di sicurezza. Il 20 marzo è stata inviata alla Asl la richiesta di fare tamponi a tutto il personale. Il 16 marzo invece è stato sollecitato il pagamento di una indennità di rischio a tutto il personale che ha a che fare con l’emergenza Covid. Infine, l’11 marzo è stata inviata una comunicazione riguardo a un caso di sospetto contagio all’interno dell’Utic di Teramo. Il responsabile, stando alla lettera, aveva chiesto al personale che era venuto a contatto con il sospetto malato di rimanere in reparto ad aspettare il risultato del tampone. Procedura, sempre secondo la lettera dei sindacati confederali, criticata dal Nursind, secondo cui il personale avrebbe dovuto tornare a casa. Secondo Cgil, Cisl, e Uil Fp la condotta del responsabile del reparto è stata corretta sia dal punto di vista legale che morale, per contenere il pericolo di contagio alla collettività.