La tassa sui rifiuti cambia nome ma si pagherà allo stesso modo

Ieri l’ultimo consiglio prima delle elezioni: la Tia diventa Tari ed entro il 30 giugno si dovrà versare il 35% dell’importo dell’anno scorso. Di Nicola subentra a Ciapanna ed è consigliere per un solo giorno
TERAMO. La prima rata della tassa sui rifiuti resterà invariata. Il consiglio comunale, nell'ultima seduta prima delle elezioni, ha confermato l'aliquota del 35% da pagare entro il 30 giugno sull'importo complessivo calcolato per l'anno scorso. La tassa cambierà nome, da Tia a Tari, ma non modificherà la propria sostanza, almeno per ora. La delibera illustrata ieri mattina in aula dal sindaco Maurizio Brucchi, infatti, ha carattere interlocutorio. «Siamo in attesa di ulteriori chiarimenti da parte del governo», ha sottolineato il primo cittadino, «e non abbiamo voluto condizionare le scelte della prossima amministrazione».
Per il momento, dunque, la scelta è stata limitata alla conferma della prima rata già in vigore nel 2013. Il dibattito sul provvedimento, però, ha offerto lo spunto al Pd per evidenziare ancora una volta come non sia stato consegnato il conto consuntivo riguardante il servizio “porta a porta” gestito dalla Team. Secondo Manola di Pasquale e Gianguido D'Alberto, l'assenza del documento impedisce un'effettiva valutazione delle spese sostenute dalla società e coperte con la tassa a carico dei cittadini. A detta del sindaco, però, il problema non esiste. «I conti consuntivi degli ultimi due anni», ha fatto notare, «sono a disposizione». La parte più consistente dell'ultimo confronto in consiglio prima delle elezioni è stata dedicata ai dati di bilancio. Il vicesindaco e assessore alle finanze Alfonso Di Sabatino Martina ha illustrato il conto consuntivo del 2013 che è stato chiuso con un avanzo di poco superiore ai duemila euro. «Una irrisoria», ha detto l’assessore, «ma che testimonia la criticità soprattutto per la parte corrente della spesa». Di Sabatino ha anche chiarito come il conto consuntivo sia una sorta di «testamento» dell'attività amministrativa che risulta «non ordinaria o attinente alla causalità», ma frutto di scelte e programmazione accurata.
Per l'opposizione, però, le cifre illustrate dal vicesindaco hanno un significato opposto. «Non c' è equilibrio tra entrate e uscite correnti», ha osservato D'Alberto, «e questo disavanzo è stato coperto con i fondi della Bucalossi, togliendoli dagli investimenti, e con anticipi di liquidità». Questi elementi, a detta del capogruppo del Pd, sono la spia dell'incapacità amministrativa della giunta. «La pressione fiscale è aumentata», ha aggiunto D'Alberto, «non sono state trovate altre risorse per evitare lo squilibrio del bilancio». Brucchi, però, ha ricordato tagli alle spese di rappresentanza, per il personale e la riduzione dell'indebitamento dal 7 al 5%. Ieri c’è stato anche l’insediamento in consiglio di Ugo Di Nicola, in sostituzione del dimissionario Graziano Ciapanna del Pdl, ma essendo l’ultima seduta, Di Nicola ha iniziato e subito concluso il suo mandato.
Gennaro Della Monica
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