l'accoglienza

Lavori utili, artigianato e sport: tanti progetti per i profughi

A Castelli imparano a dipingere piatti in ceramica, a Torricella collaborano con gli operai comunali in pulizie e manutenzioni. E in un maneggio di Teramo apprendono il mestiere di maniscalco

TERAMO. L'ospitalità nella provincia di Teramo di circa 400 profughi arrivati via mare dall’Africa se da un lato ha sollevato polemiche e malcontento, dall'altro ha evidenziato la reale possibilità di integrazione, convivenza pacifica, solidarietà, rispetto delle diversità. Castelli e Torricella Sicura sono esempi significativi di questa umanità che non conosce colori e razze, confini e pregiudizi, ma che parla la lingua della fratellanza. Proprio nel paese della ceramica alloggiano 18 immigrati che sono stati accolti nell'hotel "Art'è" di Nino Di Simone, che con riconoscenza chiamano "papà" e dove, nell'attrezzato laboratorio dell'albergo, frequentano un progetto di apprendimento sul mondo della ceramica che li ha visti protagonisti nella decorazione di piatti dietro la guida di Nino e Giantommaso Di Simone.

«Abbiamo visto la loro volontà di imparare», afferma Di Simone, «i ragazzi trascorrono molto tempo nel laboratorio; l'integrazione, a mio avviso, è un punto importante che passa dalla sensibilizzazione del territorio e dal lavoro, un mezzo di interazione straordinario». I ragazzi tra di loro e con Nino si sentono in famiglia e a Castelli si trovano molto bene; si sono integrati con la popolazione locale, che, come loro stessi confidano, «ci ha accolti con gentilezza e disponibilità» e che considera la loro presenza, nelle parole dell'abate don Franco D'Angelo, «una gratificante esperienza dal punto di vista umano». I giovani ospiti si dedicano anche alla coltivazione dell'orto; alcuni si sono tesserati con la squadra di calcio locale; aiutano gli scout, i residenti e gli operatori ecologici e nei momenti di relax passeggiano per il paese salutando tutti; siedono al ristorante dove consumano i pasti nella sala principale insieme agli altri clienti, si recano al bar dove hanno fatto amicizia con gli abitanti e dove seguono il calcio. Il loro idolo è il calciatore della Juve Paul Pogba. Sono speranzosi di ottenere lo status di rifugiato o la protezione umanitaria per poter rimanere in Italia e raccontare le loro storie li rattrista. Il viaggio disperato per inseguire la libertà è impresso nelle loro menti, ma la nostalgia della loro terra è viva e lo testimoniano i piatti dipinti che rappresentano, ognuno, un simbolo dei loro paesi di provenienza: la pianta del caucciù e l'elefante stilizzato simbolo della Costa d'Avorio, le montagne del Pakistan.

«Gestire queste persone non è difficile, salvo qualche isolato caso», afferma Carlo Barbieri, responsabile della cooperativa sociale "Solidarietà Aprutina" che insieme alla Caritas si occupa dell'accoglienza dei profughi, «cerchiamo di dare loro i beni primari, il supporto psicologico, il sostegno di mediatori culturali, ma soprattutto ci preme impegnare il loro tempo in attività costruttive e in questo c'è grande sensibilità da parte della questura e della prefettura locale». Anche a Torricella sono stati attivati progetti per i 30 ospiti del centro di accoglienza. «I ragazzi parteciperanno all'infiorata con due rappresentazioni sacre dell'iconografia cattolica, segno che non c’è alcuna forma di intolleranza religiosa», prosegue Barbieri, «stanno imparando grazie all'aiuto della popolazione locale, che in ogni paese, si dimostra disponibile».

Inoltre proprio il Comune di Torricella e la Caritas hanno attivato un progetto di volontariato che permette agli stranieri di svolgere attività di interesse pubblico e sociale: gli immigrati affiancheranno gli operatori esterni del Comune per tre giorni settimanali per eseguire la pulizia e manutenzione delle scuole, cimiteri, strade e spazi pubblici. «Si tratta di un progetto sperimentale della durata di tre mesi, ma il primo attuato in Abruzzo e il secondo in Italia dopo Bergamo», afferma il sindaco di Torricella Daniele Palumbi, «e costituisce un esempio proficuo di collaborazione tra le diverse istituzioni per il bene comune e per far sentire impegnato qualsiasi essere umano a rendersi utile per la collettività e per se stesso». Torricella e Castelli sono i casi più particolari, ma altri progetti sono in corso nel resto della provincia. Alcuni immigrati stanno imparando il mestiere di maniscalco in un agriturismo con maneggio del territorio comunale di Teramo. Quanto allo sport, due immigrati si allenano con le giovanili del Teramo calcio e uno con il Teramo rugby.