Linguaggio di genere e inclusivo: l’università di Teramo approva le linee guida

22 Dicembre 2025

Per la prima volta l’ateneo si dota di un codice sull’uso delle parole. Atti e documenti declinati al femminile, forme neutre e collettive

TERAMO. Promuovere una comunicazione inclusiva, non discriminatoria, rispettosa delle differenze di genere: su queste direttrici si muove il documento approvato dall’università di Teramo che va a segnare un cambio di passo non solo linguistico ma anche e soprattutto culturale. Perché le parole hanno un peso e sono portatrici di valori che vanno oltre i simbolismi e la retorica. Le parole raccontano il mondo e possono contribuire a cambiarlo. In meglio. Una società più inclusiva e rispettosa passa così anche attraverso il linguaggio e l’ateneo guidato dal rettore Christian Corsi vuole fare la sua parte.

Per la prima volta l’università teramana si dota di “Linee guida per l’uso di un linguaggio di genere e inclusivo”. Una sorta di codice che, dopo un periodo di transizione di sei mesi, sarà in tutto e per tutto valido in ogni aspetto della comunicazione universitaria. Il documento dà indicazioni operative concrete per applicare i principi di inclusività nella comunicazione, fornendo soluzioni linguistiche pratiche utili a dare visibilità a tutte le persone, mantenendo al contempo chiarezza e scorrevolezza dei testi. Il vademecum stabilisce, ad esempio, che quando si fa riferimento a una donna che ricopre incarichi, ruoli o svolge una professione si usi la corretta forma femminile: diventa dunque necessario e non più discrezionale l’uso di rettrice, prorettrice, direttrice, dottoranda, direttrice, delegata, studentessa. E così via. Per i nomi epiceni, ossia quei sostantivi che hanno forma invariabile, si userà l’articolo maschile o femminile a seconda del genere. Ad esempio: la presidente, la giudice, la docente.

Quando ci si rivolge a un pubblico misto, le linee guida invitano a utilizzare entrambe le forme alternando l’ordine di citazione (femminile/maschile o maschile/femminile) per evitare gerarchizzazioni implicite; e a privilegiare forme collettive e neutre (ad esempio: corpo docente invece di professori; comunità studentesca invece di studenti; dirigenza invece di dirigenti; chi si iscrive invece di colui che si iscrive). Il documento pone poi attenzione anche al linguaggio sulla disabilità che “deve evidenziare l'importanza della persona senza identificarla con una problematica o una disabilità. Evitare eufemismi o pietismo, preferendo termini diretti e precisi”.

Le linee guida adottate da UniTe hanno come destinatari il personale docente e amministrativo e si applicano a tutti i prodotti dell’ateneo, tra cui: documenti ufficiali (regolamenti, bandi, delibere, verbali, relazioni e progetti di ricerca), comunicazioni interne ed esterne (email, circolari, newsletter), siti web e social media, modulistica, piattaforme digitali e form online.

Il nuovo documento linguistico è stato elaborato da un gruppo di lavoro, presieduto dal professor Leonardo Terrusi del dipartimento di Scienze della comunicazione, istituito lo scorso agosto con decreto rettorale nell’ambito del Piano delle azioni positive 2025–2027.

Il rettore Corsi nella sua conferenza di fine anno ha sottolineato l’importanza e il valore del documento, evidenziando come esso si inserisca in una visione più ampia che vuole l’ateneo teramano inclusivo, accogliente e rispettoso dove la persona sia posta al centro.

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