«Lo Stato non aiuta Davide»

15 Marzo 2011

Bloccato a Tokyo: la madre del modello giuliese accusa

GIULIANOVA. «L'Italia non sta facendo nulla per agevolare il rimpatrio dei connazionali. Io voglio che mio figlio torni a casa», si sfoga la madre di Davide Di Sciascio, 29 anni, modello di Giulianova, uno degli abruzzesi rimasti a Tokyo.

Tiziana Barlafante sta cercando in tutti i modi di accelerare il rientro in Italia del figlio, ma i risultati sono scarsi. «Ho chiamato la Farnesina», dice, «mi hanno detto di rivolgermi all'unità di crisi che mi ha risposto di rivolgermi alla compagnia aerea con la quale mio figlio aveva prenotato il volo di rientro». Ma la madre di Davide è terrorizzata dall'allarme nucleare che sconvolge il Giappone.

PARLA IL CUOCO.
«Il nucleare è pericoloso e nessuno si pronuncia. Per questo molti italiani che conosco, soprattutto giovani, hanno fatto le valigie. Hanno iniziato a interrompere la corrente elettrica, dalle 6 alle 10 e dalle 16 alle 20. Per la benzina bisogna fare la fila e nei supermercati non c'é traccia di carne e verdura». Il ristoratore giuliese, Arino De Berardinis, che vive in Giappone, racconta così la situazione ai parenti in Italia. In un messaggio su Facebook al fratello Walter sottolinea come i giapponesi siano «molto composti e sicuramente - dice - si sapranno rialzare, ma ci vorrà del tempo». (s.p.-d.d.l.-e.f.-f.i.)

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L'INCONTRO A TOKIO.
Si sono conosciuti a Tokyo, Marco Pesce, del centro estero della camera di commercio d'Abruzzo e la famiglia di Mario e Rosella Perversi, originaria di Loreto Aprutino e che da 20 anni risiede in Giappone alle dipendenze di una società di Import Export di prodotti agroalimentari italiani. L'occasione è stata la Fiera del Foodex di Tokyo, una vetrina per il Made in Abruzzo nel paese nipponico, organizzata dal primo al 4 marzo. Così è nata un'amicizia tanto che da quel momento sono rimasti in contatto messaggi. «Stiamo bene, la nostra casa ha retto, a Tokyo si è ripreso a lavorare», si legge in una delle mail inviata dai Perversi, «quello che preoccupa è la scarsità dei generi di prima necessità e l'elettricità razionalizzata. E siamo spaventati dalle conseguenze che potrebbero avere le centrali nucleari».

PUPILLI E' A SAN NICOLO'
È tornato a casa domenica notte il giovane ricercatore abruzzese, Fabio Pupilli, a Tokyo per un meeting nell'ambito del progetto dei Laboratori del Gran Sasso «Opera». Pupilli vive e lavora all'Aquila ma è originario di San Nicolò a Tordino. Pupilli è rientrato in Italia dopo un lungo viaggio in aereo. Per qualche ora ha fatto scalo a Francoforte.

CONTATTIAMO GRANATA.
Giuseppe Granata, lancianese di 27 anni, è in Giappone da novembre per un dottorato di ricerca. Il giorno del terremoto era a Sendai. Il Centro lo ha contattato via Skype a Kashiwa, città dove si trova adesso dopo un avventuroso viaggio in taxi. «Sto bene», racconta, «stavo passeggiando per strada quando ho sentito una scossa. Sembrava una delle tante che si sentono qui in Giappone, ma poi ho visto la gente scappare da tutte le parti e gridare, è stato lì che mi sono accorto che non si trattava di una semplice scossa». Giuseppe ha seguito le persone che si dirigevano nell'unico spazio aperto della strada principale di Sendai. «Cinque minuti e già sentivo gli elicotteri sopra di noi», scrive, «ho provato qualcosa che non saprei descrivere, un misto tra pena, tristezza e impotenza. Ma qui la gente sta reagendo in fretta, qui non perdono un secondo».

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