LA STORIA

Loredana, la ragazza cieca che sale ai confini del cielo

Con ramponi e piccozza ha appena conquistato la vetta del Corno Grande: "Non sono eccezionale, ma ora mi alleno per arrivare in cima al Monte Bianco"

TERAMO. Ci sono persone che ti costringono a fare i conti con te stesso. Semplicemente per il loro approccio alla vita. Loredana Bruni è una bella ragazza. E’ affabile e arguta. Puoi stare ore con lei e solo alla fine accorgerti che è cieca. Accade questo quando chi hai davanti ha la tempra di rifiutare la propria disabilità come habitus mentale.

E così la vedi arrampicare in montagna come pochi saprebbero fare. La settimana scorsa, con ramponi e piccozza per procedere sulla neve, è arrivata sul Corno Grande. E’ la seconda volta che arriva in vetta, la prima era stata l’estate scorsa, ma adesso ha voluto confrontarsi con le più difficili condizioni invernali, visto che c’è ancora neve. Dopo la vetta del Gran Sasso, però, non c’è il cielo. C’è un’altra vetta: il Monte Bianco. La ragazza teramana sta iniziando l’allenamento per arrivare, sulla montagna più alta d’Italia, a 4.810 metri. Ad aiutarla nella preparazione è Biagio Mengoli, accompagnatore di media montagna della “Compagnia delle guide” con cui da tempo Loredana va in montagna.

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«Ti racconto della mia passione per la montagna», esordisce la ragazza, che fra l’altro scia, «ma non voglio sembrare un fenomeno da baraccone, nè far uscire una storia lacrimosa. Non mi sento eccezionale: conosco non vedenti che hanno fatto ben altro. La mia eccezionalità dipende da chi mi sta vicino: da sola non posso far nulla, ma grazie a chi mi guida ho potuto fare tutto questo. E’ vero però che sono una persona determinata, prefiggermi un obiettivo mi stimola. E arrivare in vetta mi gratifica. E poi amo la natura: ricevo belle sensazioni. Anche se non vedo, altri mi descrivono quel che c’è attorno: il contrasto fra le rocce, il cielo e la neve. Io non vedo, ma sento le descrizioni del gruppo, con cui si è creata un’amicizia che mi appaga molto». Loredana ringrazia Mengoli e Paolo De Laurentis, guida alpina della “Compagnia delle guide” con cui è arrivata in cima al Corno Grande. «Sono loro che mi hanno insegnato a usare ramponi e piccozza e con loro mi sentirò tranquilla anche quando andremo sul Monte bianco», afferma. Non a caso ha appena concluso un corso di arrampicata con De Laurentis.

«Abbiamo iniziato con le escursioni più semplici», racconta Mengoli, «e man mano che aumentava il rapporto di fiducia abbiamo affrontato itinerari sempre più impegnativi. Con lei abbiamo fatto anche vie ferrate (vie alpinistiche attrezzate con corde fisse o scale metalliche, ndr), tutte quelle del Corno Piccolo, ad esempio». E ora il Monte Bianco sta aspettando.

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