“Malato per l’uranio impoverito” Teramano ottiene la pensione

Il militare, 33 anni, tra il 1995 ed il 1996 è stato impegnato in Bosnia e Kosovo. Ora non è in grado di parlare e camminare, ma soprattutto di sostenere la famiglia. La Corte dei Conti dell’ Aquila gli riconosce il diritto alla pensione

TERAMO. Il diritto al trattamento pensionistico militare di prima categoria e da questo, forse, anche al risarcimento dei danni quale «vittima del dovere». È quello ottenuto, grazie ad una pronuncia della Corte dei Conti dell’ Aquila, da un 36enne della provincia di Teramo, militare del 18/o Bersaglieri Cosenza, da quattro anni in lotta con un tumore nelle cui cellule erano state fotografate particelle di metalli pesanti.

«Da oggi è il 12° militare al quale vieni riconosciuto il diritto alla pensione - afferma Domenico Leggiero, responsabile del Comparto Difesa dell’Osservatorio Militare che attraverso un legale ha curato il ricorso contro il Ministero della Difesa -. Dalla documentazione acquisita e secondo la sentenza del giudice Elena Tomassini, non vi è alcun dubbio sul ruolo determinante dell’esposizione del militare ad ambienti contaminati da esplosioni di ordigni all’uranio impoverito. Tra il 1995 ed il 1996, infatti, il malato è stato impegnato in Bosnia e Kosovo».

Attualmente, non è in grado di parlare e camminare. Ma, soprattutto, di sostenere economicamente la famiglia. Secondo quanto annunciato da Leggiero, dopo sette anni di battaglia legale per giungere a questa sentenza «adesso si apre anche la strada della richiesta di risarcimento, come avvenuto per altri 11 casi che hanno visto tutti la condanna dell’Amministrazione della Difesa per un totale che supera i 16 milioni di euro. Le sentenze dell’Osservatorio Militare - conclude Domenico Leggiero - stanno costituendo giurisprudenza acquisita non solo per l’Italia ma anche in molti Paesi europei, come il Belgio, la Francia e l’Inghilterra».

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