Maltrattò la moglie, 4 anni a De Flaviis

Ma per i giudici l'ex direttore generale della Tercas non la spinse al suicidio

TERAMO. Quattro anni di reclusione e l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. È questa la pena inflitta ieri dalla Corte d'assise di Teramo a Fernando De Flaviis, 61 anni, di Mosciano, ex direttore generale della Tercas, finito sotto processo con le accuse di maltrattamenti e lesioni alla moglie, che morì suicida. La condanna per De Flaviis - difeso da Giuliano Milia e Fabrizio Acronzio - è arrivata per il solo reato di maltrattamenti. I giudici hanno escluso l'aggravante che lo ha portato davanti alla Corte d'assise, ovvero la morte in conseguenza di altro delitto. In sostanza, il tribunale ha escluso il nesso di causalità tra i maltrattamenti subiti e la tragica fine di Maria Filomena D'Angelo, la moglie dell'imputato, che nell'agosto del 2006 si lanciò dal viadotto del Salinello.

Quanto alle lesioni, il collegio ha dichiarato il non doversi procedere perché il reato è prescritto. Al termine della sua requisitoria il pm Stefano Giovagnoni aveva chiesto tre anni di reclusione ed aveva escluso egli stesso l'aggravante della morte in conseguenza di altro delitto. «Non è dimostrabile il nesso di causalità tra i maltrattamenti, che pure ci sono stati e sono stati particolarmente gravi, e il suicidio», ha detto. In sostanza, dunque, la Procura ha subìto senza condividerla l'ordinanza emessa nel gennaio scorso dal giudice monocratico Angela Di Girolamo, che al termine del primo processo a De Flaviis aveva ipotizzato il nesso maltrattamenti-suicidio e stabilito che il reato da contestare fosse quello, più grave, della morte come conseguenza di altro delitto, rinviando gli atti al pm.

Il secondo processo è stato rapidissimo perché la Corte d'assise ha decretato l'utilizzabilità di tutte le testimonianze rese nel precedente. Nel processo si era costituito parte civile il fratello di Filomena D'Angelo, rappresentato dall'avvocato Silvio Fusco, che dovrà essere risarcito. La difesa di De Flaviis, che ne aveva chiesto l'assoluzione, presenterà certamente appello. (d.v.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA