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Mamma e figlia violentate per anni da uno spacciatore

L’uomo chiedeva rapporti sessuali in cambio dell’eroina, arrestato dopo la denuncia delle donne. Incidente probatorio davanti al giudice per raccogliere la testimonianza delle vittime

TERAMO. Un passato e un presente di tossicodipendenza s’intrecciano sullo sfondo di una vicenda che la cronaca giudiziaria scandisce in due fascicoli. Quelli che raccontano la storia di una mamma di 50 anni e di una figlia, oggi poco più che ventenne, che hanno fatto arrestare l’uomo che per anni le avrebbe violentate: rapporti sessuali in cambio di droga.

Lui è un 65enne originario della Sicilia residente da tempo nel Teramano, loro due donne della Val Vibrata. Ieri mattina, davanti al giudice Domenico Canosa, avrebbe dovuto esserci l’incidente probatorio per cristallizzare il racconto delle vittime assistite dall’avvocato Antonio Di Gaspare, ma tutto è stato rinviato ad aprile a causa della indisponibilità di una delle donne. Lui, difeso dall’avvocato Franca D’Amario, è accusato di spaccio e violenza sessuale aggravata perchè i fatti sarebbero iniziati quando la ragazza aveva poco più che 17 anni, quindi era minorenne.

Una storia nata in un ambiente degradato dalla tossicodipendenza di madre e figlia, forse lasciate troppo sole ad affrontare quello che è l’inferno della droga. Perchè è così che lo raccontano agli investigatori che per mesi hanno fatto indagini, accertamenti e sopralluoghi su delega della Procura (il pm titolare del fascicolo è Greta Aloisi).

Tutto inizia qualche mese fa quando i carabinieri, che indagano su un giro di droga, notano che dalla casa dell’uomo ogni giorno entra ed esce una giovanissima. Capiscono che è una consumatrice e la bloccano con la dose nascosta in borsa.

Lei racconta che ormai da anni fa uso di eroina. Non lavora e quindi non la paga, ma per avere quei due grammi al giorno che le servono l’uomo la obbliga ad avere rapporti sessuali. La stessa cosa che in precedenza ha fatto con sua madre, racconta ancora la ragazza. Perchè lei, dice agli investigatori, quell’uomo lo ha conosciuto anni prima nella casa in cui vive con la mamma. Le cedeva eroina, si faceva pagare con il sesso. Così ha fatto anche con lei, forse da quando aveva poco più che 17 anni.

Le indagini diventano un atto d’accusa che finisce sul tavolo del pm che chiede ed ottiene l’ordinanza di custodia cautelare per l’uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine, che viene arrestato con una lunga serie di ipotesi di reato contestate e, in alcuni casi, aggravati dal fatto di averle commesse su una minore.

Ma è evidente che in un’indagine complessa come questa le testimonianze delle due donne, punto di forza dell’accusa, devono essere cristallizzate nell’ambito di un incidente probatorio. Che il pm chiede e il gip concede. Se ne riparlerà ad aprile quando mamma e figlia torneranno a raccontare l’inferno in cui sono precipitate.

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