Da Merckx a Pantani, quando l’Abruzzo ha fatto la storia del Giro d’Italia

Aneddoti e ricordi di un rapporto indissolubile tra la nostra regione e il ciclismo. Nel 1967 Eddy Merckx diventa il “Cannibale” sul Blockhaus (Nella foto, Marco Pantani nel 1999 in trionfo nella tappa di Campo Imperatore)
Il Giro d'Italia e l'Abruzzo, una storia d'amore lunga 116 anni. Dal ciclismo dei pionieri a quello dei campioni di oggi: attraversando varie epoche il legame tra la Corsa Rosa e la nostra regione è diventato sempre più forte. Un binomio caratterizzato da ricordi, aneddoti, paesaggi incantevoli, salite mitiche (dal Blockhaus a Campo Imperatore, passando per l'Aremogna) e imprese sportive che restano scolpite nella mente degli appassionati.
Prime tappe e aneddoti. Sono 118, in attesa di quelle di quest'anno, le tappe con arrivi e partenze in Abruzzo. Nella prima edizione del 1909 è protagonista Chieti, sede d'arrivo della seconda tappa (vinta da Giovanni Cuniolo) e di partenza della terza. È il ciclismo dalle enormi distanze (la frazione Bologna-Chieti è lunga 378,5 chilometri) e che si corre anche di notte con biciclette pesanti e senza il cambio. Tutti i corridori vengono fotografati prima del via, in modo da non avere dubbi sulla loro identità al traguardo, e le notizie sulla corsa sono diffuse tramite il telegrafo in piazza Castello a Milano. Non c'è ancora la maglia rosa, che diventerà il simbolo del primato nel 1931. Dall'edizione del 1910 in poi il Giro d'Italia scopre tanti angoli d'Abruzzo, dal mare alla montagna, con le sue salite che faranno storia. Nel 1914 la frazione del 3 giugno, da Bari all'Aquila, è epica sia per il tempo di percorrenza più alto di sempre (19 ore, 20 minuti e 47 secondi) sia per alcuni fatti dai contorni leggendari. Il più eclatante ha come protagonista il passista Giuseppe Azzini, che in quel momento è il leader del Giro. Il corridore mantovano, vincitore delle due tappe precedenti, ha una crisi sulla salita del Macerone e fa perdere le tracce di sé non riuscendo nemmeno a tagliare il traguardo. Qualche ora dopo la fine della tappa gli organizzatori iniziano le ricerche di Azzini setacciando ogni angolo possibile. La mattina successiva viene ritrovato da un pastore in un granaio di Barisciano, dove si era adagiato distrutto dalla fatica, in tenuta da gara e con la bici accanto. Azzini, febbricitante e infreddolito, viene trasportato in ospedale (dove gli diagnosticano una polmonite) ed è costretto a ritirarsi e a dire addio al sogno di vincere il Giro. Alcune cronache dell'epoca danno un'altra versione dei fatti, cioè che Azzini, in realtà, stesse dormendo abbracciato ad una bottiglia di vino rosso e con due coperte addosso. L'altro fatto curioso della Bari-L'Aquila del 3 giugno 1914 avviene sulla salita delle Svolte: alcuni corridori si lasciano trainare per qualche centinaio di metri da un'auto al seguito della corsa. Tra questi c'è l'emiliano Alfonso Calzolari, che poi viene penalizzato di tre ore dalla giuria dopo essersi impadronito nuovamente (senza più mollarla fino alla fine) della prima posizione della classifica generale. L'Unione Velocipedistica Italiana ne chiede la squalifica e al traguardo di Milano considera vincitore Pierino Albini. Nel 1915, con l'Italia in guerra, il tribunale civile rigetta la richiesta di squalifica e consegna la vittoria del Giro a Alfonso Calzolari con 1h55' su Albini (il distacco più alto della storia) e 2h04” su Luigi Lucotti (trionfatore della tappa dell'Aquila).
Le grandi partenze. Nel corso degli anni il rapporto tra l'Abruzzo e il Giro si consolida al punto da ospitare due grandi partenze. La prima, nel 2001, con il prologo a cronometro Montesilvano Marina-Pescara vinto da Rik Verbrugghe. Il corridore belga si aggiudica la mini frazione inaugurale dell'84ª edizione, sulla distanza di 7,6 chilometri, con la media di velocità record di 58,874 km/h, tutt'ora imbattuta in un prologo. La grande partenza di 24 anni fa prosegue con la Giulianova-Francavilla al Mare del 20 maggio (vittoria in volata di Ellis Rastelli) e il via da Fossacesia, dove è nato l'indimenticato Alessandro Fantini, del giorno seguente. La seconda grande partenza dall'Abruzzo è di due anni fa. Nel suggestivo scenario della Costa dei Trabocchi, proposto dalle immagini televisive in tutto il mondo, il campione belga Remco Evenepoel vince la cronometro Fossacesia Marina-Ortona il 6 maggio 2023. Il giorno dopo la Teramo-San Salvo va a Jonathan Milan (primo anche l'anno scorso a Francavilla al Mare) mentre l'8 maggio è Vasto a dare il via alla terza frazione. L'edizione 106 del Giro fa tappa in Abruzzo anche il 12 maggio 2023, dove a Campo Imperatore c'è la firma di Davide Bais.
La prima di Merckx. È il 31 maggio 1967. Eddy Merckx, nell'anno del debutto al Giro d'Italia, vince in Abruzzo la sua prima tappa alla Corsa Rosa. Merckx, che già aveva nel suo palmares due Milano-Sanremo, scatta all'ultimo chilometro della salita del Blockhaus (dove il Giro arriva per la prima volta) e dà definitivamente il via alla leggenda del Cannibale. Il ciclista belga, all'epoca 21enne, con un'azione prepotente e decisa vince con 10 secondi su Italo Zilioli. In quell'anno Merckx si aggiudica anche il titolo mondiale, a Heerlen, nei Paesi Bassi. Il primo ad andare a caccia della tappa del Blockhaus del '67 è Vito Taccone, il Camoscio d'Abruzzo, che nonostante l'incitamento dei suoi conterranei viene ripreso a 13 chilometri dal traguardo.
L’impresa del Pirata. Tra i ricordi indelebili legati all'Abruzzo c'è il trionfo di Marco Pantani a Campo Imperatore il 22 maggio 1999. Quel giorno di 26 anni fa Pantani scrisse sul Gran Sasso una delle pagine più belle della sua carriera e della storia del Giro d'Italia. Un'impresa che ancora oggi scalda i cuori degli appassionati di ciclismo e di tutti quelli che amano il Pirata di Cesenatico, prematuramente scomparso nel 2004 all'età di 34 anni. La Corsa Rosa prende il via da Pescara (il giorno prima c'era stato l'arrivo a Lanciano), per l'ottava frazione, ed è pronta ad affrontare il primo esame duro, la scalata fino ai 2.130 metri di Campo Imperatore. Piove, fa freddo e ai lati della strada che conduce in vetta ci sono due muri di neve. A meno di tre chilometri da Campo Imperatore la tappa si infiamma e nel gruppo di testa scoppiano i fuochi d'artificio. Lo spagnolo Josè Maria Jimenez (anch'egli scomparso nel 2003) prova un allungo, ma Pantani non si fa sorprendere e va dietro a Jimenez con Ivan Gotti. Quest'ultimo fa fatica a reggere il passo del Pirata, che nel tratto più duro (9.3% di pendenza media), a 2 km dalla vetta, lo stacca e si invola in solitaria verso il traguardo tra il tripudio della gente. Il campione di Cesenatico, dopo una tappa epica di più di 7 ore, vince con 23 secondi su Jimenez e 26 sullo svizzero Alex Zulle. Tra gli staccati (a 1'33”) c'è l'abruzzese Danilo Di Luca, trionfatore del Giro nel 2007. Per Pantani arriva anche la maglia rosa, che nella cronometro di Ancona del giorno dopo tornerà momentaneamente sulle spalle del francese Jalabert. Il Giro del 1999 si concluderà in modo amaro per il Pirata, che è costretto a lasciare la corsa prima della partenza della tappa da Madonna di Campiglio per un valore dell'ematocrito superiore al consentito.
Trampolino per la rosa. In varie occasioni il vincitore finale del Giro d'Italia si è aggiudicato anche la tappa abruzzese. È accaduto l'anno scorso, ai Prati di Tivo, con il campione sloveno Tadej Pogacar. Nelle edizioni precedenti la coincidenza si è ripetuta nel 2022 con l'australiano Jay Hindley, primo sul Blockhaus, e nel 2021 con il colombiano Egan Bernal, trionfatore a Campo Felice davanti a Giulio Ciccone. Andando indietro nel tempo, Carlo Galetti vinse a Teramo e conquistò poi il Giro del 1910; Costante Girardengo vinse a Chieti e fece sua l'edizione del 1923; nel 1924 il colpo doppio lo firmò Giuseppe Enrici (primo a L'Aquila), nel 1927, nel 1928 e nel 1933 Alfredo Binda (a Pescara, Sulmona e Chieti), nel 1934 Learco Guerra (a Teramo), nel 1936 Gino Bartali (all'Aquila), nel 1953 Fausto Coppi (a Roccaraso), nel 1954 Carlo Clerici (all'Aquila), nel 1973 Eddy Merckx (a Lanciano), nel 1980 Bernard Hinault (a Roccaraso) e nel 2006 Ivan Basso (a Passo Lanciano).