TERAMO

Manutenzione viadotti A24, assoluzione per Toto e altri 7 imputati

Chiuso il processo con rito abbreviato: non ci sono stati inadempimento dei contratti né attentato alla sicurezza dei trasporti

TERAMO. "Il fatto non sussiste". Tutti assolti, compreso Carlo Toto, gli otto imputati del processo sulla sicurezza e manutenzione dei sette viadotti del tratto teramano dell’autostrada A24. Il processo, con rito abbreviato, si chiude con sentenza di assoluzione del giudice per le udienze preliminari Lorenzo Prudenzano.

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La vicenda riguarda la sicurezza sui viadotti dell'A24. Le ipotesi di reato vanno dall'inadempimento di contratti di pubbliche forniture all'attentato alla sicurezza dei trasporti. Al centro dell'inchiesta ci sono le condizioni di sicurezza e manutenzione dei viadotti Casale San Nicola nel territorio di Isola del Gran Sasso, Cretara, San Nicola 1 e 2, Le Grotte e Cerchiara nei territori di Isola e Colledara.

I pm avevano chiesto una condanna a tre anni per Carlo Toto imprenditore patron della Toto Holding che controlla Strada dei Parchi; tre anni per l’ex amministratore delegato di Sdp Cesare Ramadori; tre anni per l’ex direttore generale di esercizio Igino Lai; tre anni per l’ex direttore operativo Marco Carlo Rocchi; tre anni per l’ex direttore tecnico Gabriele Nati; tre anni per l’ex responsabile della direzione tecnica Mario Bellesia; due anni ciascuno per gli ex amministratori delegati Sandro Capparucci e Roberto Zianna. Richieste a cui si sono associate le parti civili Cittadinanza Attiva, Codacons e ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. 

Il gruppo Toto invia una nota in cui esprime soddisfazione per la nuova sentenza di assoluzione e chiede che ora sia rimossa la revoca della concessione.

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“La nuova e ulteriore assoluzione”, si legge in nella nota, “è di grande rilevanza sia perché rappresenta motivo di rassicurazione per tutti gli utenti delle tratte autostradali interessate, sia perché tale esito dei procedimenti penali intentati nei confronti di Strada dei Parchi e dei suoi amministratori smonta in modo incontrovertibile e in via definitiva le ragioni, infondate, che furono poste alla base del provvedimento (D.L. n. 85/2022) con cui il governo precedente ha disposto la revoca in danno della concessione. Infatti, quella norma, mai applicata in altre circostanze pur di fronte ad effettivi accadimenti con gravi conseguenze, si fondava sostanzialmente sulla contestazione che la concessionaria non avrebbe eseguito la dovuta manutenzione ordinaria dei viadotti autostradali, in termini corrispondenti alle ipotesi di reato oggetto dei procedimenti giudiziari avviati dalle Procure dei tribunali abruzzesi. Procedimenti di cui quello dell’Aquila è stato il primo a trovare conclusione avversa a tale ipotesi. Tesi ora condivisa dal tribunale di Teramo. A prescindere dall’assoluta singolarità di una legge che “accerta” un inadempimento, la sentenza del tribunale di Teramo, al pari della precedente, è di fondamentale importanza perché proviene da chi – un giudice – è l’unico presso cui, nel nostro ordinamento, risieda il potere di accertare i fatti. Ecco, ora è definitivamente chiaro: l’unico che ha il potere di pronunciarsi, ha dichiarato che i fatti, che per “legge” costituirebbero l’inadempimento, non sussistono. Nel caso di Strada dei Parchi, poi, oltre che inesistenti, quei fatti sono anche del tutto inverosimili. La Società – che nel 2001 vinse la gara europea per l’affidamento della concessione della A24 e A25, una delle prime e delle poche visto che in Italia l’affidamento delle concessioni autostradali, nell’ambito delle cosiddette privatizzazioni nel tempo attuate nel nostro Paese, è quasi sempre avvenuto senza il ricorso a procedure di evidenza pubblica – fa parte del Gruppo Toto, il cui core business è da sempre quello delle costruzioni delle grandi infrastrutture viarie, in particolare autostradali. Tale circostanza, unitamente al modello di convenzione “di riequilibrio” – che prevede che tutti gli oneri di manutenzione, anche quelli eccedenti il programmato, debbano trovare ristorno in tariffa – ha indotto il Ministero concedente a inserire delle puntuali norme di limitazione al volume delle manutenzioni da realizzarsi al fine di evitare che il concessionario abusi della possibilità di fare interventi manutentivi. Poiché tali opere di manutenzione, oltre il programmato, sono state tutte approvate dal Ministero, l’accusa di mancata manutenzione, più che falsa, appare ridicola: la sentenza del tribunale di Teramo, come le precedenti, lo conferma così come la manutenzione è stata effettuata da Strada dei Parchi in modo tale che è stata sempre garantita la sicurezza della circolazione e l’incolumità degli utenti”.

“Ora, alla luce delle esemplari sentenze dei Tribunali abruzzesi, occorre che l’onorabilità che i Tribunali ci hanno restituito trovi rapidamente corrispondenza nei fatti, prendendo atto delle decisioni della Magistratura e ponendo fine e rimedio ai gravissimi danni economici e reputazionali già incolpevolmente subiti dalla nostra Società”, commenta Cesare Ramadori, presidente di Strada dei Parchi.