Marinaio sequestrato dai pirati chiede 5 milioni per lo shock

Martinsicuro, Speziali è ancora provato per quattro mesi di prigionia nei mari della Somalia e vuole il risarcimento con un ricorso al tribunale di Ravenna contro i proprietari del Buccaneer

MARTINSICURO. Cinque milioni di euro. Questa la cifra che l’ex nostromo del Buccaneer Filippo Speziali,53 anni, chiede alla Micoperi,società armatrice del Buccaneer,per l’inferno dei quattro mesi di sequestro nelle mani dei pirati. Un inferno che, secondo Speziali, è dovuto alla violazione del dovere di formare e informare il lavoratore e della norma sulla sicurezza in un tratto di mare pericoloso ed ad alto rischio.

I quattro mesi in mano ai pirati somali hanno minato la vita del nostromo di Martinsicuro sia dal lato psicologico che fisico. Il ricorso di Speziali è stato presentato al giudice del lavoro di Ravenna da parte dell’avvocato martinsicurese Ernestina Portelli che cura gli interessi di Speziali. Il marittimo di Martinsicuro era il nostromo del Buccaneer che è stato catturato dai pirati somali l’11 aprile del 2009 e rilasciato il 9 agosto dello stesso anno. Quattro mesi di stenti, sofferenze, privazioni e minacce di morte. Speziali sta attraversando un brutto momento. Non riesce più neppure a dormire ed è costretto ad assumere psicofarmaci. Il nostromo dopo nove mesi dalla liberazione è tornato a lavorare a bordo di un rimorchiatore della stessa compagnia di navigazione ma ha subìto un infortunio e non è più in grado di tornare in mare.

Da tempo l’indennizzo della cassa marittima è terminato . Speziali da tempo èsenza lavoro e privo di sostentamento economico per sè e la sua famiglia. «I danni documentati in una perizia di parte», fa sapere l’avvocato Portelli, «e il ricorso al tribunale di Ravenna sono consistenti per dare ristoro ai traumi subiti». Una vita cambiata radicalmente in negativo dal sequestro: il marittimo di Martinsicuro che continua ad avere disturbi seri nonostante che la brutta avventura si sia conclusa da tre anni. «Ho allegato agli atti anche le lettere che Filippo scriveva alla moglie e alla figlia quando era nelle mani dei pirati», commenta l’avvocato, «lettere che fanno rabbrividire perché il nostromo credeva di morire. I pirati sono arrivati anche al punto di portare tutto l’equipaggio sul ponte simulando un’impiccagione di massa». La vicenda Buccaneer è stata una delle prime avvisaglie della nuova pirateria al largo delle coste somale. Furono 16 i marittimi dell’equipaggio sequestrati , di cui 10 italiani e fra questi due ortonesi oltre al martinsicurese. Quattro mesi di febbrili consultazioni portati avanti dalla Farnesina e dall’intelligence che portarono al rilascio do imbarcazione ed equipaggio. Ora le cose sono cambiate: gli armatori stipulano specifiche polizze assicurative prima di solcare i mari di certe zone.

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