Melania, la difesa chiede una perizia sull'ora del delitto

16 Gennaio 2012

Gli avvocati di Parolisi svelano la prossima mossa. Tra 48 ore il gip de Rensis decide sul processo immediato

TERAMO. Il punto debole dell'accusa è l'ora del delitto. Lo sa bene la difesa di Salvatore Parolisi che chiederà una perizia per stabilire quando Melania Rea è morta nel bosco di Civitella, trafitta da 35 pugnalate, 29 di punta e sei da taglio. Non importa stabilire l'ora esatta. Alla difesa basta insinuare il dubbio per raggiungere l'obiettivo. Le basta che un perito arrivi a dire che è impossibile affermare, con assoluta certezza, che Melania sia morta prima delle 15,26 del 18 aprile, per rimettere in piedi l'alibi di Parolisi. Da quell'ora, infatti, il marito sott'accusa per omicidio pluriaggravato viene ripreso da una telecamera su Colle San Marco di Ascoli. Ma quando chiedere la perizia? Non ora, dice la difesa. Ora che il gip Giovanni de Rensis deve prendere la più importante della decisioni tecniche sul processo del delitto di Ripe.

La procura vuole il rito immediato, che salta l'udienza preliminare e fa finire l'imputato Parolisi direttamente davanti ai giudici della corte d'Assise a Teramo. La procura, in altre parole, vuole subito chiudere la partita arrivando in aula tra febbraio e marzo. Ma è il gip de Rensis che deve deciderlo, ed ha a disposizione ancora due giorni. E' quasi certo che la sua risposta arriverà in limine litis, tra domani sera e mercoledì mattina. Ma da quel momento Walter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, difensori di Parolisi, avranno tutte le carte dell'accusa. Potranno leggere dei nuovi indizi, scoperti dai pm Davide Rosati e Greta Aloisi, e saperne di più sulla tuta sparita e le scarpe da tennis con cui il militare avrebbe lasciato una impronta nel sangue vicino al corpo di Melania. Anche le scarpe, dicono i pm, sono sparite. Parolisi le avrebbe lavate nella fontanella all'ingresso del bosco prima di gettarle chissà dove. (l.c.)