L'auto subito dopo l'incidente sull'A24 (foto di Luciano Adriani)

TERAMO

Muore contro un camion, forse ha avuto un malore: era un agente della polizia penitenziaria

Mauro Di Bernardo aveva 52 anni, stava andando al lavoro. L'incidente sull'A24 subito dopo la galleria di Collurania. Illeso l'autotrasportatore

TERAMO. Incidente mortale questa mattina sull'A24 nel viadotto Sant'Antonio. Il conducente di una Mercedes, agente della polizia penitenziaria di 52 anni, è deceduto nello scontro con un camion che lo procedeva in direzione Villa Vomano (L'Aquila). L'incidente è avvenuto appena dopo l'uscita della galleria Collurania. Vani i soccorsi. Sul posto sono arrivati vigili del fuoco e polizia stradale.

La vittima è l'assistente capo della polizia penitenziaria Mauro Di Bernardo. In base a quanto reso noto dai sindacati doveva prendere servizio nel carcere delle Costarelle all'Aquila. Avrebbe accusato prima un malore per poi uscire fuori strada e finire contro un guardrail, dopo essersi scontrato con un furgone. La dinamica dell'incidente deve comunque essere accertata. Il conducente dell'autocarro si è fermato poco dopo ed è rimasto illeso. Sull'asfalto è stata trovata parte del carico che stava trasportando, un materasso e altri pezzi di ferro.

Il camion tamponato (foto Luciano Adriani)

"La bruttissima notizia ha gelato il cuore di moltissimi poliziotti penitenziari e anche il mio - dice Mauro Nardella, segretario generale territoriale Uil Pa polizia penitenziaria - Solo poco tempo fa, infatti, Di Bernardo, in qualità di iscritto Uil, aveva chiesto ed ottenuto di farsi perorare una causa alla quale teneva tantissimo ma che purtroppo non ne potrà conoscere l'esito".

In una nota i sindacalisti Gionni Biondi (F.to Sinappe), Mauro Nardella (Uil) e Giuseppe Mazzagatta (Uspp) esprimono solidarietà alla famiglia della vittima e, al tempo stesso, proclamano lo stato di agitazione con un sit-in davanti al carcere di Sulmona mercoledì 19 maggio alle ore 10,30 "per denunciare le problematiche connesse alla carenza di organico, alla ridotta capacità degli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria di poter assolvere correttamente ai propri compiti costituzionali e per dire basta a queste continue prese in giro da parte dell’amministrazione penitenziaria". "Ormai da anni - scrivono - denunciamo le gravissime carenze organiche di poliziotti penitenziari negli istituti della regione Abruzzo. Noi diciamo basta a questa gestione che non tutela i diritti dei lavoratori. I poliziotti penitenziari hanno raggiunto livelli di stress da lavoro correlato altissimi e dovuti proprio alla “costrittività lavorativa”. Proprio in ragione della carenza organica vengono negati ai poliziotti penitenziari i diritti sanciti ed il personale è costretto a permanere quotidianamente sul luogo di lavoro ben oltre l’orario ordinario. Inoltre nelle giornate di riposo e di congedo ordinario molto spesso si è richiamati in servizio. Il personale della Cr Sulmona ha circa 23000 giorni di ferie arretrate con una media pro capite di circa 100 giorni. Negli ultimi tempi sono state effettuate oltre 75000 (settantacinquemila) ore di straordinario all’anno. Il tutto senza contare il fatto che con l’apertura del nuovo padiglione ci sarà bisogno di almeno altre 60 unità di polizia penitenziaria oltre alle 30 già mancanti. L’invio di personale di polizia penitenziaria presso la Cr Sulmona e’ improcrastinabile. Chiediamo l’invio urgentissimo di un congruo numero di personale per garantire sicurezza, tutela e quel benessere tanto sbandierato dall’Amministrazione centrale ma che sino ad oggi e’ stato negato. I vertici dell’Amministrazione penitenziaria sono a conoscenza delle gravi criticità che causano l’aumento del livello di stress da lavoro". "Chiediamo - concludono - un intervento anche alle autorità locali e regionali. Invitiamo alla manifestazione anche parlamentari di tutti i partiti, il presidente della Regione Abruzzo ed il sindaco di Sulmona affinché ognuno contribuisca a risolvere questa gravissima ed annosa situazione. Facciamo presto qualcosa prima che sia troppo tardi".

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