Neonato scomparso, i conoscenti della madre"È una donna strana, non stava mai con il figlio"

Il racconto della compagna di stanza in ospedale a Teramo, dove il piccolo scomparso è nato due mesi fa: "Dava consigli a tutte, ma si era dimenticata a casa l'occorrente per il bambino"
TERAMO. È venuto alla luce a Teramo il piccolo al centro della terribile vicenda di Ascoli. È nato lo scorso 9 maggio nel reparto di ginecologia e ostetricia al primo piano del Mazzini dove, con la madre ora agli arresti, è stato ricoverato per oltre una settimana. A raccontarlo al Centro è una giovane madre teramana, D.D.B., che negli stessi giorni è stata vicina di stanza della donna.
«Mi è sembrata subito un po' instabile», dice, «parlava molto anche se era abbastanza tranquilla per il parto, come se fosse una passeggiata. Diceva a tutti di essere abituata perchè aveva già altri due figli. Era saccente e voleva dare consigli a tutti, nonostante la giovane età. All'inizio, durante il travaglio, eravamo nella stessa stanza. Poi, dopo il parto, ci hanno spostato nel puerperio ma ho chiesto di stare in un'altra camera perchè mi infastidiva».
La giovane teramana continua: «Mi ha raccontato di avere altri due figli, ma non ha mai accennato al fatto che fossero in affidamento. Mi ha detto che aveva sempre avuto un grande istinto materno ed aveva avuto la sua prima gravidanza a 18 anni».
Nessun accenno, dunque, ai problemi avuti con gli altri due figli e con i servizi sociali, ma solo il vanto per quell'istinto materno arrivato così presto e che a 24 anni l'aveva già resa madre di tre figli. «Il primo figlio era nato ad Ascoli, ci aveva raccontato, gli altri a Teramo perchè diceva di essersi trovata meglio qui», spiega D.D.B., «voleva dare consigli a tutti ma aveva perfino dimenticato l'occorrente per il bambino. Cosa che aveva stupito le ostetriche, visto che era il terzo figlio. E poi non stava spesso con il bimbo dopo la nascita, preferiva lasciarlo al nido e andava in giro per i corridoi nel reparto ascoltando musica con le cuffiette, tra l'altro a volume abbastanza alto. Spesso veniva nella nostra camerata e rimaneva fino a tardi».
La donna aveva anche raccontato che lei e il compagno si sarebbero sposati di lì a poco. «Mi ha colpito il fatto che quando è uscita portava un cappellino con la visiera girata, insomma era vestita un po' da adolescente», conclude. «L'ho incontrata anche qualche giorno dopo mentre ero in ospedale per un controllo, l'ho vista con il piccolo in braccio mentre pagava il ticket».
NERETO. Anche il padre del piccolo è legato all'Abruzzo. La famiglia di origine, che ha legami di parentela storici a Nereto, è tornata a metà degli anni Ottanta dalla Germania per stabilirsi definitivamente in Italia. In città sono conosciuti anche se non hanno mai avuto legami stretti con la comunità. Lui e i fratelli hanno frequentato le scuole locali. Il trentenne è stato fermato proprio a Nereto ad opera del capitano dei carabinieri di Ascoli Piceno Nino De Luca, che prima di arruolarsi nell'Arma e percorrere la carriera di ufficiale ha trascorso la giovinezza a Nereto, dove risiedono tuttora i genitori e dove il fratello Massimo, avvocato, ha uno studio legale. (b.g.-a.d.p.)
«Mi è sembrata subito un po' instabile», dice, «parlava molto anche se era abbastanza tranquilla per il parto, come se fosse una passeggiata. Diceva a tutti di essere abituata perchè aveva già altri due figli. Era saccente e voleva dare consigli a tutti, nonostante la giovane età. All'inizio, durante il travaglio, eravamo nella stessa stanza. Poi, dopo il parto, ci hanno spostato nel puerperio ma ho chiesto di stare in un'altra camera perchè mi infastidiva».
La giovane teramana continua: «Mi ha raccontato di avere altri due figli, ma non ha mai accennato al fatto che fossero in affidamento. Mi ha detto che aveva sempre avuto un grande istinto materno ed aveva avuto la sua prima gravidanza a 18 anni».
Nessun accenno, dunque, ai problemi avuti con gli altri due figli e con i servizi sociali, ma solo il vanto per quell'istinto materno arrivato così presto e che a 24 anni l'aveva già resa madre di tre figli. «Il primo figlio era nato ad Ascoli, ci aveva raccontato, gli altri a Teramo perchè diceva di essersi trovata meglio qui», spiega D.D.B., «voleva dare consigli a tutti ma aveva perfino dimenticato l'occorrente per il bambino. Cosa che aveva stupito le ostetriche, visto che era il terzo figlio. E poi non stava spesso con il bimbo dopo la nascita, preferiva lasciarlo al nido e andava in giro per i corridoi nel reparto ascoltando musica con le cuffiette, tra l'altro a volume abbastanza alto. Spesso veniva nella nostra camerata e rimaneva fino a tardi».
La donna aveva anche raccontato che lei e il compagno si sarebbero sposati di lì a poco. «Mi ha colpito il fatto che quando è uscita portava un cappellino con la visiera girata, insomma era vestita un po' da adolescente», conclude. «L'ho incontrata anche qualche giorno dopo mentre ero in ospedale per un controllo, l'ho vista con il piccolo in braccio mentre pagava il ticket».
NERETO. Anche il padre del piccolo è legato all'Abruzzo. La famiglia di origine, che ha legami di parentela storici a Nereto, è tornata a metà degli anni Ottanta dalla Germania per stabilirsi definitivamente in Italia. In città sono conosciuti anche se non hanno mai avuto legami stretti con la comunità. Lui e i fratelli hanno frequentato le scuole locali. Il trentenne è stato fermato proprio a Nereto ad opera del capitano dei carabinieri di Ascoli Piceno Nino De Luca, che prima di arruolarsi nell'Arma e percorrere la carriera di ufficiale ha trascorso la giovinezza a Nereto, dove risiedono tuttora i genitori e dove il fratello Massimo, avvocato, ha uno studio legale. (b.g.-a.d.p.)
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