Nereto scippata: persi giudice di pace e guardia medica

Già chiusi gli uffici giudiziari, forse li occuperà l’Arssa e dal mese prossimo sparisce anche il servizio sanitario

NERETO. Lo scippo finale è compiuto. Nereto, con due colpi ben assestati, perde il giudice di pace e la guardia medica. Restano gli “scatoloni” senza più contenuti e da “città di servizi”: Nereto rischia di essere solo crocevia stradale. Ha perso la politica (locale e intercomunale) ha vinto la politica (extraterritoriale) che spoglia una città e la vallata di due importanti istituzioni. Nel silenzio, quasi assordante, di tutti.

Venti di chiusura dell’ufficio del giudice di pace di Nereto si erano avvertiti già ad inizio 2013, quando il sindaco Stefano Minora lanciò l’allarme chiusura (in realtà lo fecero per primi i giornali) dell’ex pretura. La strada verso la salvezza (dopo che dal ministero - per il tramite del tribunale – venne annunciata la riduzione degli uffici periferici dell’amministrazione della giustizia) era quella di accollarsi le spese del personale non dipendente del dicastero. In sintesi, i nove Comuni della Val Vibrata ricadenti nella giurisdizione neretese avrebbero dovuto sostenere i costi del personale proveniente proprio dagli enti locali in distacco e le spese vive. L’appello di Minora (sostenuto dal presidente dell’Unione di Comuni, Umberto D’Annuntiis) era sprofondato nel vuoto. Da settembre, personale e fascicoli civili hanno traslocato a Teramo. Da ottobre anche il penale ha preso il largo. E meno male che gli uffici dei giudici non togati dovevano servire per accorciare le distanze, in tutti i sensi.

Ora, il Comune di Nereto vuole rientrare in possesso dei locali. La chiave non è stata riconsegnata e l’Arssa preme per occupare gli spazi della giustizia perduta. Infatti, ci sarebbe l’ok da parte dell’ufficio regionale a collocarsi da queste parti, facendo tutt’uno con la polizia locale e l’Agenzia per la promozione culturale della Regione.

Dal prossimo mese, inoltre, sparisce anche la guardia medica. Lo ha deciso la Regione nell’ottica dei tagli. Sforbiciata di Chiodi passata nel silenzio di tutti (pure dell’amministrazione neretese). Nereto la perse già con il direttore generale della Asl, Sabatino Casini, che la trasferì all’interno dello stesso ospedale di Sant’Omero. Poi la città s’incaponì e con il successore di Casini, Mario Molinari, tornò nell’ex Saub di via Iachini. Ora la città perderà di nuovo (e forse per sempre) il servizio.

Alex De Palo

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