"Non volevo uccidere mio padre, ma fargli capire che non potevo più sopportarlo"

23 Novembre 2023

Francesco Di Rocco racconta in due ore al giudice che cosa è successo la sera dell'omicidio. L'avvocato chiede i domiciliari

TERAMO. "Mi spiace, non volevo uccidere, non avrei mai voluto fare del male a mio padre anche se per una vita mi ha oppresso. Ho preso il coltello perché volevo fargli capire che non potevo più andare avanti a sopportare". Francesco Di Rocco, 49 anni, racconta per due ore al giudice che cosa è successo lunedì sera in casa quando, reoconfesso, ha ucciso il padre Mario, ex capostazione 83enne. Coltellate inferte dopo un litigio, l’ennesimo di una vita.

Uccide a coltellate il padre anziano

"Mi ha rimproverato per gli adesivi sull’insalatiera, ho preso un coltello che non era appuntito e con quello l’ho colpito non so quante volte. Quando è caduto a terra mi sono fermato e ho chiamato il 118 per i soccorsi", prosegue, con una precisazione: "Il coltello l’ho lavato con l’acqua perché avevo timore che mio padre potesse sgridarmi perché lasciato sporco".

Il giudice ha convalidato e confermato l’accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dal rapporto di parentela, l’avvocato ha chiesto la revoca della misura cautelare in carcere e la concessione dei domiciliari con braccialetto elettronico: chiederà una consulenza psichiatrica.

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