Oncologia scoppia: l’ambulatorio chiude per i pochi medici

Di Bonaventura: «La commissione sanità del Comune tace e la Asl vuole anche privatizzare l’assistenza domiciliare»

TERAMO. Malati di cancro: ai colpi del destino si aggiungono quelli della Asl. La situazione nel reparto di oncologia e nel day hopital è infernale. Il problema principale è la grave carenza di personale che causa lughe attese e disservizi a pazienti che dovrebbero avere, proprio per le loro condizioni, percorsi senza intoppi. E i disservizi si acuiscono nel periodo delle ferie. A segnalare la situazione è Valdo Di Bonaventura, consigliere comunale dell’Idv che ricorda come siano «trascorsi quasi tre mesi da quando i malati di tumore si rivolsero al Tribunale del malato per manifestare condizioni a volte disumane per chi ogni giorno sottopongono al trattamento chemioterapico nel l'ospedale teramano e ad oggi la situazione sembrera essere peggiorata. Un polo oncologico che andrebbe supportato di ulteriore personale ed invece continua ad essere sottodimensionato ulteriormente». Di Bonaventura sulla questione aveva chiesto, il 24 maggio, la convocazione della commissione sanità del Comune di Teramo, ma ad oggi tutto tace.

Da sei mesi l’oncologia va avanti con il 40% del personale medico in meno: ci sono stati trasferimenti, maternità e lunghe malattie. In totale ci sono quattro medici più il primario, Amedeo Pancotti. La carenza è tale che recentemente hanno dovuto chiudere l’ambulatorio oncologico. Non solo: di pomeriggio in turno non c’è un oncologo. Suppliscono i colleghi della medicina generale. La situazione peggiora con le ferie, che il personale si prende davvero con il lumicino, per senso di responsabilità verso i malati. Dal reparto sono partite diverse richieste di avere rinforzi , sia verso la Asl, che la Regione. Tutte senza esito. Anzi, la Asl ha deciso un altro taglio: il direttore generale Giustino Varrassi ha nei fatti soppresso il dipartimento oncologico. Eppure, nel solo day hospital, in un anno vengono curati più di 600 pazienti.

Ma purtroppo non è tutto. La Asl ha intenzione di privatizzare un servizio che ha raggiunto alti livelli nella qualità , l’Adi (assistenza domiciliare integrata) di cui usufruiscono, peraltro, molti malati di cancro. «Avevo posto all'attenzione della commissione la questione dell’Adi», incalza Di Bonaventura, « rischia di essere esternalizzata con l'incognita di stravolgere il servizio, che ha trattato solo nel distretto di Teramo migliaia di pazienti con una soddisfazione generale dei familiari. Ancora una volta si vuole sopprimere quello che funziona con giustificazioni inaccettabili. Di fronte a questa possibilità non possiamo rimanere inermi e ci auguriamo che il direttore generale torni a riflettere sulla scelta e magari farci partecipi della scelta definitiva, non perdendo di vista l'obiettivo di non intaccare in alcun modo l'organizzazione che, con il costante impegno degli operatori, e della stessa dirigenza sanitaria, è stata messa a punto». Con un’ interrogazione in consiglio comunale, peraltro, Milton Di Sabatino chiese al sindaco di adoperarsi per evitare l’esternalizzazione.

Ma la Asl va avanti: l’argomento sarà trattato stamattina in una riunione fra i vertici Asl e i sindacati. Pare che la privatizzazione riguardi per ora gli infermieri, con l’obiettivo di recuperarne alcuni per sopperire alle carenze dei reparti

©RIPRODUZIONE RISERVATA