Pensione pignorata al malato oncologico, le Poste: «Abbiamo rispettato la legge»

La replica dopo che il caso è stato trattato dal Centro nei giorni scorsi. E sulla data dell’udienza al 2045: «Si tratta evidentemente di un refuso»
ISOLA DEL GRAN SASSO. «L’ufficio postale di Isola del Gran Sasso ha agito nel pieno rispetto delle disposizioni di legge, ovvero garantendo al cliente la possibilità di prelevare la quota mensile impignorabile della pensione e informandolo preventivamente della disponibilità dei due ratei pensionistici i quali, per scelta del cliente stesso e non per diniego del personale dell’ufficio, non sono stati prelevati. Analogamente, anche la quota non pignorabile della pensione di novembre è stata regolarmente messa a disposizione per il prelievo». È la replica di Poste Italiane a S.G., pensionato 73enne e malato oncologico di Isola, che ha lamentato di non percepire da oltre 40 giorni la pensione perché a suo carico c’è un pignoramento presso terzi a istanza di un’impresa privata, avanzata al tribunale di Teramo.
Una pensione «il cui ritiro, da settembre, mi è stato negato dall’ufficio postale, oltre a essermi stata recapitata una lettera da Poste Italiane dove viene spiegata la motivazione del blocco con l’udienza fissata per il 2045», ha aggiunto. Ma Poste Italiane rimanda ogni accusa al mittente chiarendo che «opera in qualità di terzo pignorato, dando corretta esecuzione agli obblighi derivanti dalla notificazione dell’atto di pignoramento e in tale veste, provvede al vincolo delle somme dovute al debitore esecutato, nella misura e con le modalità previste dalla legge». E sulla data dell’udienza al 2045 sostiene che «si tratta evidentemente di un refuso, poiché Poste Italiane non è stata informata né è a conoscenza della data eventualmente stabilita dal Tribunale competente».
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