Per la difesa è la borsa di Melania

25 Ottobre 2011

L'avvocato: Parolisi la regalò a Natale alla moglie

TERAMO. La procura dice che è un indizio. Per la difesa non è nulla. La borsa di Melania Rea, di marca Alviero Martini, quindi con una mappa geografica come decorazione, innesca un botta e risposta tra i pm teramani e gli avvocati di Salvatore Parolisi. Per i primi, c'è il sospetto che la borsa sia stata scambiata. Quella consegnata alla procura, dai parenti della vittima, non sarebbe la stessa che la moglie di Parolisi portava a tracolla la mattina del delitto di Ripe, quando la telecamera del centro commerciale la riprende mentre entra con Salvatore e la figlioletta per fare la spesa. Perché il sospetto?

E' la mappa geografica a dare la risposta. Da un particolare ingrandito del filmato del supermercato risulta - anzi risulterebbe - che la mappa sia diversa da quella che adorna la borsa consegnata alla procura. Come dire: Parolisi l'ha scambiata con una simile ma non identica per depistare le indagini.

Ma l'avvocato Walter Biscotti, che ieri era a Teramo per incontrare Parolisi in carcere, dà una versione del tutto diversa: «Quella borsa era il regalo di Natale di Parolisi alla moglie Melania. Lei ci teneva moltissimo. Non tutte le borse di Martini hanno la stessa mappa. Quella regalata da Salvatore», afferma Biscotti, «è decorata con la cartina dell'America del sud. A Melania piaceva proprio quel modello che Parolisi aveva visto in un negozio del centro di Ascoli ma poi l'aveva acquistato all'Oasi. Ma Salvatore non ha mai consegnato la borsa ai parenti di Melania. Sono stati loro ad andare a Folignano per prendersi la roba della figlia. E tra questa roba c'era anche la borsa, riposta nella sua busta nell'armadio dove Melania l'aveva lasciata, il 18 aprile, dopo essere tornata dal supermercato e da una visita medica, perché non sarebbe mai andata a fare la scampagnata a Colle San Marco con una borsa elegante. La borsa consegnata alla procura», conclude Biscotti, «non può che essere la stessa. Se no sono stati i parenti a scambiarla».
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