Perseguita su Facebook la rivale in amore

Indagata una donna, per mesi scrive minacce di morte e insulti anche alla madre del suo ex
CONTROGUERRA. La procura della Repubblica di Teramo ha chiuso le indagini su M.R., una donna di Controguerra di 38 anni, accusata di stalking. M.R. avrebbe perseguitato per mesi e mesi, al punto da creare in loro uno stato di continua apprensione, altre due donne: l'attuale convivente del suo ex e la madre di lui. Molestie e minacce sarebbero state compiute in vari modi: talora di persona, più spesso con degli sms e persino con dei messaggi su Facebook.
Si sarebbe trattato di messaggi molto pesanti: ad esempio «Ti massacro di botte», «Ti riduco in carrozzella», «Non vedo l'ora che crepi», oltre a insulti classici in questi casi («Troia» il più frequente). Il tutto condito da un assoluto sprezzo delle conseguenze («Non me ne frega di andare in galera»). Tanto astio sarebbe derivato dalla convinzione di M.R. che dietro la fine della storia con il suo ex compagno c'erano sia l'altra donna, identificata come rivale, sia la madre dell'uomo.
Dopo le denunce presentate dalle vittime dello stalking, la squadra di polizia giudiziaria del pubblico ministero Bruno Auriemma ha portato avanti e concluso le indagini preliminari. Il pm si appresta a chiedere il rinvio al giudizio della donna. (d.v.)
Si sarebbe trattato di messaggi molto pesanti: ad esempio «Ti massacro di botte», «Ti riduco in carrozzella», «Non vedo l'ora che crepi», oltre a insulti classici in questi casi («Troia» il più frequente). Il tutto condito da un assoluto sprezzo delle conseguenze («Non me ne frega di andare in galera»). Tanto astio sarebbe derivato dalla convinzione di M.R. che dietro la fine della storia con il suo ex compagno c'erano sia l'altra donna, identificata come rivale, sia la madre dell'uomo.
Dopo le denunce presentate dalle vittime dello stalking, la squadra di polizia giudiziaria del pubblico ministero Bruno Auriemma ha portato avanti e concluso le indagini preliminari. Il pm si appresta a chiedere il rinvio al giudizio della donna. (d.v.)
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