Pixel, in 13 senza soldi da cinque mesi

Sant’Egidio, la cassa integrazione è approvata ma la ditta del gruppo Montefiore non presenta la documentazione giusta

SANT’EGIDIO. Vivono senza stipendio da maggio scorso. Nessuna entrata per pagare le bollette, la rata del mutuo o fare la spesa. Sono i 13 lavoratori della Pixel, l’azienda che si occupa della commercializzazione di vestiti per bambini, del gruppo Montefiore. La Pixel è la “sorella” della Gieffe Moda, l’azienda di Sant’Egidio ammessa al concordato preventivo con cessione dei beni ad aprile. E recentemente anche per la Pixel la proprietà ha presentato al tribunale la richiesta di concordato preventivo.

Ma allo stato attuale non è questo il problema. «Nonostante la nostra sollecitazione», osserva Emanuela Loretone della Filctem Cgil, «con la cassa integrazione ordinaria approvata, i lavoratori non riescono ad avere i soldi: l'azienda non riesce a presentare documentazione necessaria, per cui i 13 lavoratori sono senza stipendio da maggio. I tempi della burocrazia sono quello che sono, ma se si sommano anche le inefficienze delle aziende è un disastro». I lavoratori della Pixel non ce la fanno più: la situazione è paradossale: i soldi ci sono ma l’azienda non presenta i documenti necessari. «L’azienda pare abbia fatto errori procedurali per il pagamento diretto da parte dell'Inps», spiega Loretone, «non ha presentato la documentazione sul bilancio e dell'orario di lavoro, necessaria per l'avvio della pratica. Se adesso li presentasse, forse i 13 lavoratori prenderanno i soldi a novembre solo perchè c'è un’alta efficienza da parte dell'Inps. E' una responsabilità dell'azienda assicurare ai lavoratori almeno le normali esigenze quotidiane: ora hanno problemi a fare la spesa, pagare la bolletta o il mutuo».

Situazione di stallo, intanto, nell’azienda sorella. La Gieffe ha sempre i crediti congelati: i commissari - Walter Strozzieri, Luca D’Eugenio e Dante D’Elpidio - stanno valutando la situazione creditoria e debitoria. E’ stata rinviata la verifica del piano concordatario al 30 gennaio. I 50 operai dell’azienda devono ancora percepire gli arretrati e da poco hanno visto approvata la cassa integrazione straordinaria relativa a un periodo fino all’aprile scorso quando è intervenuto il concordato preventivo. «Per il periodo successivo siamo in attesa che il ministero del Lavoro emetta il decreto relativo», conclude Loretone.I beni della Gieffe Moda ammontano a circa 12 milioni e mezzo, e consentiranno di pagare tutti i creditori privilegiati e parte dei chirografari. Il monte debitorio dell’impresa è di circa 25 milioni.

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