Pochi medici, pazienti rimandati a casa

Scoppia il caso-Cardiologia: niente esami e visite, annullate prestazioni a 21 persone, l’avviso compare su un cartello

GIULIANOVA. Chiuso l’ambulatorio del reparto di cardiologia dell’ospedale perché mancano i medici. Da ieri mattina, sulla porta d’ingresso dell’ambulatorio è affisso un cartello in cui si informano i pazienti esterni che non verranno effettuate le visite in programma. Da anni - ma da qualche mese la situazione è peggiorata - il reparto lamenta carenza di personale medico, ma la Asl non prende provvedimenti. Così, non rimane altra scelta che chiudere un servizio, nonostante le 21 visite a pazienti esterni previste nell’arco della sola mattinata di ieri.

Il cartello. Con grande sorpresa, chi si è recato all’ambulatorio cardiologico, con regolare prenotazione, ha dovuto fare i conti con un avviso, esposto in all’entrata e all’interno della sala d’attesa, con su scritto “Ci scusiamo con l’utenza ma da oggi 3 giugno l’ambulatorio cardiologico è chiuso per carenza di personale medico. Pertanto non saranno effettuate le prestazioni già prenotate di ecocardiografia, visita cardiologica e test da sforzo. Per ulteriori chiarimenti rivolgersi in direzione sanitaria”.

Il disagio per gli utenti. Sono stati 21 ieri i pazienti che non hanno potuto usufruire di visite, ecocardiografie, test ergonometrici e holter cardiaci e pressori. Nessuno di loro è stato informato, né tantomeno, qualcuno ha parlato di rimborso del ticket. Dopo giorni di attesa i pazienti hanno dovuto girare sui tacchi e tornare a casa, arrabbiati ma impotenti di fronte al problema. Molti sono andati a protestare alla direzione sanitaria.

Il personale. Al momento l’organico del reparto di cardiologia è composto da 17 infermiere e da 7 medici (di cui uno solo per l’ambulatorio), più il primario, Vito Ciampini. Molto spesso, però, essendo una divisione strategica soprattutto per il tipo di patologie che cura, medici e infermieri sono chiamati negli altri reparti per consulti, visite o per interventi d’urgenza al pronto soccorso. La carenza è tale che un medico, nel giro degli ultimi tre giorni, è stato in ospedale per ben 48 ore di seguito. Secondo le stime del personale di cardiologia, negli ultimi periodi il lavoro è quasi triplicato. Molti pazienti vengono dirottati anche dagli ospedali di Atri e Sant’Omero nel reparto cardiologico giuliese, ormai l’unico, insieme a quello dell’ospedale di Teramo, che possiede una struttura completa in quanto ha anche l’Utic, cioè la terapia intensiva cardiologica. Anche durante il periodo estivo è previsto un ulteriore aumento della mole di pazienti, ormai troppi per essere assistiti al meglio. In più c’è anche il problema delle ferie dei medici, a cui spetterebbero 15 giorni di vacanza d’estate. Basterebbe che la Asl inviasse un medico in più, magari sottraendolo a Teramo, dove ce ne sono ben 21, o a Sant’Omero, dove lavorano altri 7 medici. Da circa un anno la cardiologia del Val Vibrata è aperta solo nelle ore diurne e chiusa anche di domenica, ma il personale è rimasto invariato. Malgrado l’impegno del personale, l’unica soluzione pare l’incremento di personale medico. Da anni il reparto chiede alla Asl più medici per far fronte alle aumentare richieste: sarebbero necessari almeno altri due cardiologi. Ormai infatti il numero di prestazioni eseguite nel reparto è molto alto, paragonabile a quello di Teramo, ma il personale è un terzo di quello del Mazzini. Ma finora il dipartimento cuore e vasi della Asl non ha preso provvedimenti.

Margherita Totaro

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