Ponte crollato, via ai primi test: scattano sopralluoghi e carotaggi

I periti del tribunale danno il via alle operazioni indicate dal tribunale su cause e responsabilità Dieci indagati tra tecnici del Genio civile e della Provincia, c’è anche l’ex presidente Di Bonaventura
TERAMO. Test tecnici particolari, a cominciare dai carotaggi, dettano i tempi della super perizia disposta dal tribunale sul ponte crollato di Collerenti, tra Bellante e Sant’Omero.
I tecnici nominati dal tribunali, alla presenza dei consulenti scelti dai dieci indagati, dopo aver già svolto svariati sopralluoghi, nei giorni scorsi hanno avviato l’attività che prevede i carotaggi, ovvero particolari prelievi in profondità di materiale della struttura. L’obiettivo è quello di stabilire cause ed eventuali responsabilità del crollo.
Perché nel Paese del ponte Morandi la cronaca continua a raccontare cedimenti come quello del ponte Collerenti crollato a fine dicembre 2022 e nei fatti tragedia sfiorata solo perché accaduta nelle ore notturne e quindi con una riduzione notevole del traffico che fece sì che in quel momento non ci fosse nessuna macchina in transito. La perizia, disposta nel contraddittorio delle parti con la formula dell’incidente probatorio, è quella chiesta dal pm titolare del fascicolo Greta Aloisi e disposta dal giudice Roberto Veneziano.
I periti nominati dal tribunale nell’udienza del 13 luglio sono gli ingegneri Gianfranco Totani dell’università dell’Aquila e Danilo Ranalli di Sulmona. La riconsegna della perizia è prevista tra novanta giorni.
L’obiettivo, come si legge nella richiesta di incidente probatorio, è quello di accertare «le cause del crollo, evidenziando eventuali condotte colpose (vizi di progettazione/costruzione, omessa o inadeguata manutenzione), dotate di efficienza causale o concausale rispetto al determinarsi dell’evento, ascrivibili agli indagati e/ ad eventuali terzi». Nel fascicolo del sostituto procuratore Aloisi ci sono dieci indagati tra tecnici del Genio civile e della Provincia e l’ex presidente dell’ente Diego Di Bonaventura.
L’ipotesi di reato contestata a tutti è il 434 del codice penale: «crollo di costruzioni o altri disastri dolosi». «Perché, ciascuno nell’ambito delle rispettive qualità e competenze, per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia», si legge nella richiesta di incidente probatorio, «cagionavano o comunque concorrevano a cagionare il crollo – da cui deriva pericolo per la pubblica incolumità– del ponte del torrente Salinello avvenuto per effetto dell’erosione del terreno sottostante alla base di appoggio della sua spalla destra (lato Bellante) che ne determinava lo scalzamento». Il ponte si trova lungo la strada provinciale che da Bellante sbuca sulla Bonifica, nel territorio di Sant’Omero. La struttura, realizzata negli anni Cinquanta, nel 2018 era stata sottoposta a un intervento di consolidamento delle fondazioni sulla pila a sud, che si trova nel territorio comunale di Bellante. Tra inchieste e perizie resta la rabbia e l’amarezza dei tanti cittadini, soprattutto residenti della zona, che ormai da mesi sono obbligati a percorsi alternativi più lunghi e disagiati per raggiungere i posti di lavoro.
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