Prati di Tivo, strada chiusa, beffati migliaia di sciatori

La stazione resta isolata per frana, rivolta degli operatori: «Era tutto pronto per l’inaugurazione». Ma la Provincia dice no

TERAMO. L’Italia che resiste, quella che non smette di lavorare inseguendo una ripresa ancora lontana, quella che si corcia le maniche e va avanti nonostante tutto, ha il volto dei piccoli imprenditori di Prati di Tivo. Oggi avrebbero dovuto inaugurare la stagione sciistica, il primo fine settimana dopo la neve caduta abbondante già a novembre quasi a far sperare contro la crisi, ma la strada per raggiungere i Prati resta chiusa. Tra l’amarezza e la rabbia di chi nelle ultime 48 ore ha pagato il gasolio per battere le piste da sci, ha fatto arrivare la scorta di alimenti per gli alberghi, ha assunto personale per accogliere turisti abruzzesi, ma anche laziali e campani. La strada provinciale 43 resta bloccata dalle frane accentuate dall’ultima ondata di maltempo. Per la Provincia, ente competente, non ci sono i criteri per garantire la sicurezza. Lo hanno stabilito i tecnici e gli amministratori dopo l’ultimo sopralluogo fatto ieri mattina dopo una notte in cui, dice l’assessore provinciale alla viabilità Elicio Romandini, « sono scesi altri sassi». Commenta l’amministratore: «sappiamo quanto fosse importante questo fine settimana per gli operatori di Pietracamela e dei Prati di Tivo, ma neanche loro possono permettersi la cattiva pubblicità che deriverebbe da un incidente e al primo posto delle nostre responsabilità vi è quella della sicurezza, dell'incolumità dei cittadini». Ma gli operatori, ben consapevoli dell’importanza della sicurezza, polemizzano sui tempi. Dice Antonio Riccioni, direttore della Siget, la società che gestisce gli impianti: «negli ultimi tre giorni avrebbero potuto lavorare visto che ci sono state condizioni meteo molto favorevoli, ma noi non abbiamo visto nessuno. Eppure ci avevano assicurato che il fine settimana dell’Immacolata la strada sarebbe stata riaperta. Noi ci siamo fatti trovare pronti: abbiamo fatto investimenti, le piste sono state battute, il collaudo è stato fatto, gli albergatori hanno fatto scorta di alimenti. Mi chiedo e ci chiediamo che organizzazione sia questa, come sia possibile tenere isolata una realtà come Prati di Tivo. Anche noi vogliamo la sicurezza, ma la sicurezza si fa con le opere e non le chiacchiere. Io, ma anche gli altri operatori, siamo passati su quella strada per arrivare ai Prati e a prima vista, ma io non sono un tecnico, non mi sembra ci siano grossi problemi. Per noi si dove riaprire». Dopo la riapertura di una settimana fa arrivata dopo dieci giorni di isolamento per la presenza di un enorme masso che aveva chiuso la strada, un'altra frana dopo solo tre giorni ha riportato Pietracamela e Prati di Tivo nell'isolamento. La Provincia assicura che nei prossimi giorni cominceranno i lavori per il ripristino della viabilità. La soluzione è stata individuata nel posizionamento di una rete "corticale chiodata fissata sulle palificate". Il costo dell'intervento è 250mila euro e la Provincia per pagare userà la procedura della somma urgenza con un debito fuori bilancio. «Non sarebbe di nostra competenza», dice Romandini, «perchè stiamo parlando di un dissesto idrogeologico che riguarda la parete. Siamo però di fronte a una delle stazioni sciistiche più importanti del centro Italia e il non intervenire significherebbe vanificare gli sforzi fatti per far ripartire gli impianti di risalita».(d.p.)

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