Prati, la cabinovia riapre ma resta il rischio chiusura

Operatori turistici in allarme: martedì incontro con i nuovo consiglieri regionali Scadono la convenzione per la gestione dell’impianto e quella con gli usi civici

PIETRACAMELA. Le incognite da risolvere restano e sono davvero tante. Ma la buona notizia per ora c’è ed è quella dei numeri di questo primo week end d’estate ai Prati di Tivo. Impianti finalmente aperti ieri mattina – già da venerdì ma solo su prenotazione – e buon afflusso di turisti nella località turistica ai piedi del Gran Sasso.

A metà mattinata erano già più di 150 i passaggi registrati dalla Siget, ai quali vanno aggiunti i 40 accessi con bici per il bike park. A regime anche il rifugio Franchetti dopo la riapertura della seggiocabinovia. Il pienone vero però è atteso oggi: «Paghiamo lo scotto della chiusura forzata», ammette il direttore degli impianti, Antonio Riccioni , «ora bisogna informare e riabituare i turisti a venire ai Prati». Già, perché salvata in extremis la stagione – grazie all’accordo sul canone che la Gran Sasso Teramano proprietaria dell’impianto verserà per tre mesi all’amministrazione separata di Pietracamela, proprietaria dei terreni – il nodo da sciogliere è il futuro della cabinovia costata 11 milioni di euro e, con esso, quello dell’intero indotto della stazione che avrebbe già dovuto programmare il prossimo inverno sulla neve.

MARTEDI’ INCONTRO AL BIM. Gli operatori turistici hanno fissato per martedì mattina un incontro, al consorzio Bim di Teramo, con i neo consiglieri teramani in Regione, i sindacati e i rappresentanti degli enti soci della società pubblica Gran Sasso Teramano (Regione, Provincia, i Comuni di Pietracamela e Fano, la Camera di Commercio e le due amministrazioni separate di Pietracamela e Intermesoli). «I lavoratori e gli imprenditori del posto chiedono di poter progettare almeno la stagione invernale e per questo serve chiarezza», ha annunciato ieri in conferenza stampa l’ex presidente della società, Doriano Di Benedetto, insieme ad una delegazione di operatori turistici.

I NODI DA SCIOGLIERE. Chiarezza a partire dalla “querelle” sul rinnovo della convenzione tra società e amministrazione separata, ma anche sulla gestione della cabinovia che scade il 30 settembre in attesa della gara europea, «Non escludo una gestione diretta in capo alla Gran Sasso Teramano in compartecipazione o una proroga», osserva al riguardo Di Benedetto. Altri punti riguardano la tranche di fondi Fas – 5,7 su circa 11 milioni - sbloccata dalla Regione ma mai arrivata; le infrastrutture - «La provinciale per i Prati è un percorso di guerra e, in caso di frana come l’anno scorso, stavolta non si potrà passare per Fano Adriano», precisa l’ex presidente - e la governance della Gran Sasso Teramano chiamata giovedì a rinnovare il Cda che sarà di 3 membri e non più 5 in base alle norme sulla spending review per le società pubbliche. Ultimo punto ma non meno importante, la manutenzione degli impianti: già fermi il Jolly 1 e il 2 per bambini (dopo una proroga di 2 anni è terminata la loro “vita tecnica”), a metà dicembre la cabinovia dovrà esser sottoposta alla revisione quinquennale obbligatoria. Altrimenti, non ci sarà più l’autorizzazione al funzionamento.

Fabio Marini

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