Pressing sul ministero per chiudere il caso Braga

Dopo la sentenza del Tar che spiana la strada alla statizzazione dell’istituto la politica teramana cerca di evitare il ricorso di Roma al Consiglio di Stato

TERAMO. La statizzazione del Braga sembra a portata di mano dopo la sentenza del Tar Lazio che bacchetta il ministero dell’Istruzione e gli dà 30 giorni per approvare il regolamento attuativo della riforma dell’alta formazione musicale e procedere alla statizzazione dell’istituto musicale pareggiato. Un eventuale ricorso al consiglio di Stato ovviamente bloccherebbe tutto. Nessuno lo dice, ma sono in corso contatti per cercare di convincere il ministero a desistere e accettare la sentenza del Tar.

Intanto la novità è stata accolta più che bene. «L'attività delle istituzioni, in particolare dal Comune, finora è stata notevole» commenta il sindaco Maurizio Brucchi, «col rettore siamo stati in commissione regionale per spingere la Regione ad aiutare il Braga. Con Chiodi siamo stati al ministero per far capire la sua importanza. La sentenza ripaga degli sforzi fatti: in un momento in cui si parla anche un po' a sproposito di cultura, ci sono istituzioni che fanno cultura con la C maiuscola, e questo viene riconosciuto anche con una sentenza. Ora sono in tanti pronti a salire sul carro del vincitore, questo non fa bene nè alla politica nè alle istituzioni. Auspico che il ministero si renda conto dell'importanza di questa struttura ed eviti il ricorso al consiglio di Stato». Anche Manola Di Pasquale, quasi candidata a sindaco del Pd esulta: «rifletto sulla portata civile di quanto ha sancito il Tribunale del Lazio: lo Stato deve mantenere gli impegni che assume con i cittadini, con le associazioni, con i presidi amministrativi e territoriali». E ancora: «Una bella giornata che ci insegna una cosa: non bisogna abbassare la guardia e ora meno che mai. Noi continueremo ad esserci».

Soddisfatto anche il consigliere regionale Lanfranco Venturoni che con una proposta di legge bipartisan (con Ruffini)ha salvato due anni fa con un milione il Braga. «E anche in questo bilancio c’erano zero euro per la cultura, ora ci abbiamo messo 2 milioni, di cui 300mila euro per il Braga. Certe volte si finanziano i carrozzoni, ma il Braga è un’istituzione seria, ha una produttività elevatissima. Perciò mi sono impegnato a trovare i fondi, in attesa della statizzazione». Un altro che si è speso, come presidente del Cda e poi da consigliere regionale è Claudio Ruffini: «il governo aveva preso l'impegno alla statizzazione, assumendo il nuovo personale con le graduatorie dello Stato. Ora la sentenza ristabilisce la certezza al diritto, fa ripartire il processo di statizzazione. Se cambiano i soggetti in campo, non si possono disattendere gli impegni presi dall’istituzione: la sentenza dice questo». Ruffini fa però notare che, intanto, «i 300mila euro dati quest'anno dalla Regione non sono sufficienti, ne mancano 200mila». (a.f.)

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