Provincia, gli sprechi di Catarra

Il centrosinistra: «Serve un'indagine sugli atti della nuova giunta». Le minoranze elencano in 12 punti come il centrodestra spenderebbe male i soldi pubblici
TERAMO. «Siamo indignati». I gruppi consiliari di opposizione vanno all'attacco del presidente della Provincia, Valter Catarra, per i metodi adottati nell'analizzare il contenuto del dossier stilato dagli ispettori del ministero dell'Economia e delle Finanze sulla gestione dell'ente tra il 2004 e il 2009. Un dossier, inviato alla Corte dei conti, che sottolinea una serie di irregolarità che sarebbero state commesse dai dirigenti, producendo uno sperpero di denaro pubblico. Partito Democratico, Italia dei Valori, Sinistra e Libertà e la lista "La tua Provincia" rispondono elencando anche, in dodici punti, quelli che secondo loro sono gli «sprechi» e «i veri atti di malgoverno» della giunta Catarra.
«CASO MEDIATICO». A farsi portavoce del centrosinistra, in una conferenza stampa tenuta ieri nella sede del Pd, è il capogruppo in consiglio provinciale Ernino D'Agostino. «Il Pdl teramano aveva bisogno di creare un caso mediatico sulla Provincia», attacca D'Agostino, «per provare a coprire i paurosi vuoti di risultati e di iniziativa della giunta attuale e controbilanciare gli effetti della bufera abbattutasi in questi giorni sulla giunta regionale».
ATTO INTERMEDIO. Il discorso di D'Agostino scivola sul documento reso pubblico, che «non è un provvedimento finale nè una sentenza, ma l'atto intermedio di un procedimento di verifica da sottoporre prima alle controdeduzioni dei soggetti interessati». I gruppi di centrosinistra fanno sapere, comunque, di «non essere contrari all'effettuazione dei controlli e non a caso è stata chiesta l'immediata convocazione di una commissione di vigilanza per esaminare gli atti».
TUTTO REGOLARE. D'Agostino, dopo aver esaminato il rapporto degli ispettori del ministro Tremonti, sottolinea che «nel periodo 2004-2009 non è emerso nessun atto deliberativo della giunta e del consiglio provinciale che presenti profili di illegittimità amministrativa o contabile; le spese dell'ente sono state ridotte con l'incremento di quelle di investimento; quasi tutti i rilievi e le contestazioni riguardano l'interpretazione di norme di legge e contrattuali in materia di trattamento economico del personale; si tratta di atti gestionali adottati dai dirigenti». Inoltre i gruppi di minoranza difendono l'indirizzo della precedente amministrazione di «dare priorità all'utilizzo delle professionalità interne per la progettazione delle opere pubbliche, l'implementazione di progetti strategici e le procedure giudiziarie» invece di fare ricorso ad incarichi esterni.
L'ISPEZIONE BIS. Il centrosinistra chiede che «si eserciti fino in fondo un'attività di controllo» e invita il ministero dell'Economia e delle Finanze ad «effettuare un supplemento di ispezione dal 1º luglio 2009 al 31 luglio 2010», il periodo della giunta Catarra. Quest'ultima, secondo i gruppi di opposizione, è in uno stato di «totale immobilismo». E la minoranza chiede un repulisti rispetto ai suoi «atti di malgoverno».
I DODICI PUNTI. Con un allegato di due pagine D'Agostino elenca, in dodici punti, quelli che l'opposizione considera gli «sprechi» dell'attuale giunta di centrodestra. In primis c'è «la nomina, da parte della giunta provinciale, di un nucleo di valutazione del quale fa parte un dirigente del Comune di Teramo, ente che ha contenziosi giudiziari ed economici con la Provincia»: ciò determinerebbe un conflitto di interessi. Poi, tra le accuse alla giunta Catarra, c'è «la deliberazione per la cessione delle partecipazioni della Provincia nell'Arpa e nella Team al solo scopo di consentire il percepimento delle indennità ai consiglieri Micheli e Montebello, con danno economico-patrimoniale per l'ente».
Tra gli «atti di malgoverno» elencati da D'Agostino ci sono la «gravissima decisione di dismettere la partecipazione a Banca Etica e di abbandonare così i progetti di sostegno al microcredito»; la «costituzione della società strumentale Teramo Lavoro con aggravi di costi per l'ente»; l'introduzione di «staff del presidente e dei singoli assessori»; l'abuso di «tirocini formativi remunerati (32 stage formativi in tutta la Provincia, ndc) senza selezione»; l'istituzione di una «nuova struttura amministrativa affidata al dirigente Antonio Flamminj, che ha in corso un procedimento penale».
GLI ESBORSI. D'Agostino critica la giunta Catarra anche per le «sostanziose sovvenzioni date alla Pro Loco di Notaresco per organizzare il carnevale (4mila euro) e per il Festival del Reportage di Atri (20 mila euro)»; per «l'acquisto di una nuova auto blu per il presidente (costo 53mila euro) senza una gara di vendita»; per «l'inserimento nel bilancio 2010 di una previsione di spesa (2 milioni di euro) per opere progettate dall'ingegnere Carlo Strassil»; per «il contratto di rogito sottoscritto il 10 dicembre 2009 dal segretario generale Gianna Becci relativo all'appalto per l'esecuzione di lavori della pedemontana Abruzzo-Marche nel giorno in cui la Becci era in malattia»; e, in ultimo, per le «indebite pressioni da parte degli amministratori dell'ente nei confronti della polizia provinciale per il blocco o l'annullamento di sanzioni amministrative».
«CASO MEDIATICO». A farsi portavoce del centrosinistra, in una conferenza stampa tenuta ieri nella sede del Pd, è il capogruppo in consiglio provinciale Ernino D'Agostino. «Il Pdl teramano aveva bisogno di creare un caso mediatico sulla Provincia», attacca D'Agostino, «per provare a coprire i paurosi vuoti di risultati e di iniziativa della giunta attuale e controbilanciare gli effetti della bufera abbattutasi in questi giorni sulla giunta regionale».
ATTO INTERMEDIO. Il discorso di D'Agostino scivola sul documento reso pubblico, che «non è un provvedimento finale nè una sentenza, ma l'atto intermedio di un procedimento di verifica da sottoporre prima alle controdeduzioni dei soggetti interessati». I gruppi di centrosinistra fanno sapere, comunque, di «non essere contrari all'effettuazione dei controlli e non a caso è stata chiesta l'immediata convocazione di una commissione di vigilanza per esaminare gli atti».
TUTTO REGOLARE. D'Agostino, dopo aver esaminato il rapporto degli ispettori del ministro Tremonti, sottolinea che «nel periodo 2004-2009 non è emerso nessun atto deliberativo della giunta e del consiglio provinciale che presenti profili di illegittimità amministrativa o contabile; le spese dell'ente sono state ridotte con l'incremento di quelle di investimento; quasi tutti i rilievi e le contestazioni riguardano l'interpretazione di norme di legge e contrattuali in materia di trattamento economico del personale; si tratta di atti gestionali adottati dai dirigenti». Inoltre i gruppi di minoranza difendono l'indirizzo della precedente amministrazione di «dare priorità all'utilizzo delle professionalità interne per la progettazione delle opere pubbliche, l'implementazione di progetti strategici e le procedure giudiziarie» invece di fare ricorso ad incarichi esterni.
L'ISPEZIONE BIS. Il centrosinistra chiede che «si eserciti fino in fondo un'attività di controllo» e invita il ministero dell'Economia e delle Finanze ad «effettuare un supplemento di ispezione dal 1º luglio 2009 al 31 luglio 2010», il periodo della giunta Catarra. Quest'ultima, secondo i gruppi di opposizione, è in uno stato di «totale immobilismo». E la minoranza chiede un repulisti rispetto ai suoi «atti di malgoverno».
I DODICI PUNTI. Con un allegato di due pagine D'Agostino elenca, in dodici punti, quelli che l'opposizione considera gli «sprechi» dell'attuale giunta di centrodestra. In primis c'è «la nomina, da parte della giunta provinciale, di un nucleo di valutazione del quale fa parte un dirigente del Comune di Teramo, ente che ha contenziosi giudiziari ed economici con la Provincia»: ciò determinerebbe un conflitto di interessi. Poi, tra le accuse alla giunta Catarra, c'è «la deliberazione per la cessione delle partecipazioni della Provincia nell'Arpa e nella Team al solo scopo di consentire il percepimento delle indennità ai consiglieri Micheli e Montebello, con danno economico-patrimoniale per l'ente».
Tra gli «atti di malgoverno» elencati da D'Agostino ci sono la «gravissima decisione di dismettere la partecipazione a Banca Etica e di abbandonare così i progetti di sostegno al microcredito»; la «costituzione della società strumentale Teramo Lavoro con aggravi di costi per l'ente»; l'introduzione di «staff del presidente e dei singoli assessori»; l'abuso di «tirocini formativi remunerati (32 stage formativi in tutta la Provincia, ndc) senza selezione»; l'istituzione di una «nuova struttura amministrativa affidata al dirigente Antonio Flamminj, che ha in corso un procedimento penale».
GLI ESBORSI. D'Agostino critica la giunta Catarra anche per le «sostanziose sovvenzioni date alla Pro Loco di Notaresco per organizzare il carnevale (4mila euro) e per il Festival del Reportage di Atri (20 mila euro)»; per «l'acquisto di una nuova auto blu per il presidente (costo 53mila euro) senza una gara di vendita»; per «l'inserimento nel bilancio 2010 di una previsione di spesa (2 milioni di euro) per opere progettate dall'ingegnere Carlo Strassil»; per «il contratto di rogito sottoscritto il 10 dicembre 2009 dal segretario generale Gianna Becci relativo all'appalto per l'esecuzione di lavori della pedemontana Abruzzo-Marche nel giorno in cui la Becci era in malattia»; e, in ultimo, per le «indebite pressioni da parte degli amministratori dell'ente nei confronti della polizia provinciale per il blocco o l'annullamento di sanzioni amministrative».
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