Ritira la querela ma è malato Stop del pm: «Serve una perizia»
TERAMO. Lei è finita a processo con la pesante accusa di maltrattamenti nei confronti dell’ex marito che negli atti giudiziari viene definito «facilmente circonvenibile a causa di una di disabilità...
TERAMO. Lei è finita a processo con la pesante accusa di maltrattamenti nei confronti dell’ex marito che negli atti giudiziari viene definito «facilmente circonvenibile a causa di una di disabilità intellettiva congenita di grado moderato» e per questo affiancato da un amministrato di sostegno. In apertura di udienza davanti al collegio l’uomo ha dichiarato di aver ritirato la querela e proprio in considerazione della sua certificazione medica il pm d’udienza ha chiesto per l’uomo una perizia psichiatrica sulla capacità di testimoniare. Richiesta, quella fatta dal pm Enrica Medori, accolta dal collegio presieduto dal giudice Francesco Ferretti. Il caso è quello della donna accusata di aver picchiato e minacciato di morte l’uomo, un 55enne teramano sposato nel 2018 e che, sostiene sempre l’accusa, avrebbe perseguitato dopo che lui aveva minacciato di revocare le donazioni di alcuni appartamenti che aveva fatto a lei. Con la donna pronta a puntargli un coltello da cucina alla gola e a lanciargli della varechina sul viso «costringendolo», si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, « a recarsi da un oculista per trattare le abrasioni». Secondo l’accusa le minacce di morte sarebbero state continue. «Proferendo al suo indirizzo minacce di morte», si legge ancora nella richiesta di rinvio a giudizio, «di fargli del male, di bruciargli la casa; di farlo picchiare dai suoi connazionali albanesi o dai suoi amici colombiani, di fargli fare la stessa fine di un certo Demetrio, fatto a pezzi e carbonizzato».
Il riferimento, in questo caso, è a Demetrio Di Silvestre, il 56enne piastrellista di Tortoreto benvoluto da tutti uscito dalla sua casa di Tortoreto la mattina del 16 novembre del 2016 per andare ad un appuntamento di lavoro, assassinato e dato alle fiamme sul monte dell’Ascensione, alle porte di Ascoli, dove furono ritrovati i resti. Un delitto che è stato archiviato senza colpevoli. La donna, nell’ambito delle indagini scattate dopo la denuncia dell’ex marito, è stata anche destinataria di un divieto di dimora ancora in vigore.(d.p.)