Riversato nel Tordino il sapone di un allevamento

29 Luglio 2014

Analisi sull’acqua e sulla schiuma che ha invaso il fiume, ieri il sopralluogo degli assessori regionali Mazzocca e Pepe

TERAMO. Uno scarico di sapone industriale, di quelli usati per la pulizia di aziende agricole e allevamenti, sarebbe all’origine della schiuma giallastra che ha invaso per centinaia di metri l’alveo del Tordino causando la moria di centinaia di pesci sul greto del fiume. L’assessore regionale Mario Mazzocca ieri ha fatto due sopralluoghi sul fiume e ha illustrato dei risultati dei 4 campionamenti – 3 sulle acque e uno sul terreno – effettuati ieri in mattinata dall’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente. I rilievi (altri campioni sono stati prelevati dalla Forestale e consegnati all’istituto Zooprofilattico “Caporale”) hanno registrato valori nella norma per i primi 3 campioni, mentre il terreno risulta inquinato e dovrà essere sottoposto a bonifica. Lo stato del fiume sarà monitorato ancora nei prossimi giorni dall’Arta, intanto sono in corso le indagini degli agenti della guardia forestale per risalire al colpevole dell’episodio di inquinamento. Dai primi accertamenti e anche sulla base dei campioni che adesso saranno sottoposti al vaglio della Procura, sembra che ad aver riversato nel fiume il sapone sarebbe un’azienda agricola di bovini nel comune di Teramo. Il liquido inquinante sarebbe stato abbandonato in acqua dopo esser stato utilizzato per la pulizia di stalle e vasche, con la speranza che le abbondanti piogge dei giorni scorsi cancellassero ogni traccia.

IL CASO Invece così non è stato, la schiuma gialla ha invaso il greto del fiume ed è stata scoperta sabato mattina dal blogger Giancarlo Falconi sul ponte a Catena. Il blogger ha allertato carabinieri, la Forestale e il vigile ecologico Vincenzo Calvarese e ha documentato con foto e filmati sia le acque inquinate che la moria di pesci, risalendo il fiume per capire – ha raccontato al Centro - «fin dove arrivava la schiuma. C’era almeno fino al ponte che porta a contrada Mezzanotte». In effetti il fetore ha fatto pensare ad uno sversamento di letame, le analisi dell’Arta però non confermano quest’ipotesi. Il colpevole adesso rischia una denuncia per smaltimento abusivo di rifiuti con danno ambientale e una multa fino a 26mila euro. «L’attività investigativa è legata, così come le responsabilità, ai risultati definitivi dei campioni», spiega però Calvarese che sta conducendo le indagini insieme alla Forestale di Fano Adriano (di turno sabato mattina).

NESSUN ALLARME ALLA FOCE. Intanto, come testimonia la foto scattata ieri dal ponte a Catena, tracce di schiuma sono ancora presenti nell’acqua, ma evidentemente le piogge stanno aiutando a smaltire le sostanze rilasciate nel fiume. «I risultati dei campioni sono confortanti, altri controlli saranno effettuati dall’Arta ma la situazione è nella normalità se non per l’inquinamento sul terreno», ha chiarito l’assessore regionale all’ambiente Mazocca, ieri mattina sul posto per i campionamenti e poi di nuovo in città nel pomeriggio per un secondo sopralluogo insieme al “collega” Dino Pepe (che ha la delega ai contratti di fiume). Mazzocca ha rassicurato su un eventuale estensione dell’inquinamento più a valle: «L’episodio appare circoscritto e dunque non c’è alcun allarme per la foce e la qualità delle acque che arrivano in mare». Dall'assessore Pepe, invece, l’appello rivolto a tutti, cittadini e aziende, «ad aver maggior rispetto per i nostri fiumi e l’ambiente ed evitare casi come questo che poi possono portare a conseguenze più gravi anche sulla costa».

Fabio Marini

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