Rocca Santa Maria: riciclaggio, assoluzione per l’ex sindaco Ciapanna 

Era imputato nella sua veste di imprenditore per l’uso di alcuni fondi regionali. Scagionato in appello anche il figlio, condannato in primo grado per truffa

TERAMO. Era finito a processo con l’accusa di riciclaggio nella sua veste di imprenditore. Ieri mattina Carlo Ciapanna, ex sindaco di Rocca Santa Maria ed ex vice presidente del Ruzzo, è stato assolto con la formula più ampia del fatto non sussiste dal gup Roberto Veneziano al termine del rito abbreviato.
La vicenda è la stessa per cui nel 2017, sempre nella sua veste di imprenditore, Ciapanna era stato assolto dall’accusa di truffa mentre il figlio Francesco condannato ad un anno in primo grado e successivamente assolto in appello: ovvero la realizzazione di una stalla per muli per cui all’epoca erano stati chiesti ed in parte ottenuti dei finanziamenti regionali. E ieri, nel corso dell’udienza preliminare, la difesa ha esibito la sentenza di appello con cui i magistrati aquilani a dicembre hanno assolto Francesco Ciapanna facendo così cadere ogni accusa di truffa. Dopo la condanna di primo grado la Procura (pm Laura Colica titolare del fascicolo) aveva indagato l’ex sindaco per riciclaggio.
Secondo la Procura Ciapanna avrebbe compiuto tutta una serie di atti relativi ad una parte di quei finanziamenti per, si legge nel capo d’imputazione, «ostacolarne la provenienza delittuosa». I fatti risalgono al novembre del 2010 quando si legge sempre nel capo di imputazione, «sia personalmente che nella sua qualità di legale rappresentante della società Agricoop, sostituiva o trasferiva la complessiva somma di euro 241.000 proveniente dal delitto non colposo di truffa in danno dello Stato per il quale il figlio Ciapanna Francesco è stato condannato compiendo in relazione a tale somma operazioni in modo da ostacolarne la provenienza delittuosa». Tre, in particolare, i movimenti di soldi contestati a Ciapanna, subito dopo l’accredito, su un conto intestato al figlio, dell’anticipazione del contributo ottenuto e riguardanti alcuni assegni e un bonifico ricevuti da quest’ultimo e con le relative somme utilizzate contestualmente in due occasioni per dei rimborsi di finanziamenti concessi dalla banca alla società Agricoop. Tutte somme che, si legge nel capo di imputazione «non venivano più trovate nella disponibilità del Ciapanna Carlo né della Agricoop».
Ipotesi cadute del tutto dopo la sentenza di assoluzione che c’è stata in appello.
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