Schianto mortale ad Atri, risarcita la famiglia della vittima

1 Novembre 2014

La Corte d’appello ribalta la sentenza di primo grado e condanna il 25enne di Silvi che sulla Ss 16 a Pineto si scontrò con una guardia giurata padre di tre figli

ATRI. La Corte d’appello dell’Aquila ribalta la sentenza di primo grado e sancisce che c’è un colpevole per la morte della guardia giurata Sandro Matricciani, il 29enne di Atri – padre di tre figli piccoli – che il 20 luglio del 2008 morì nello schianto tra la sua Panda e una Y10 sulla statale 16 a Pineto, vicino al Mercatone Uno.

Nel 2013 il giudice monocratico del tribunale di Atri Ileana Ramundo aveva assolto in primo grado dall’accusa di omicidio colposo Roberto Ferri, il 25enne di Silvi che guidava la Y10, perchè il fatto non sussiste. La pubblica accusa e l’avvocato Eugenio Galassi, legale della famiglia della vittima (moglie e figli si sono costituiti parte civile), hanno proposto ricorso in appello e il 29 ottobre scorso i giudici di secondo grado hanno dato loro ragione. Ferri è stato dichiarato colpevole e condannato a nove mesi di reclusione (con i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna), inoltre è stata disposta nei suoi confronti la sospensione della patente di guida per un anno. Ma, soprattutto, l’imputato è stato condannato a pagare le spese del doppio grado di giudizio (4.500 euro) e, insieme alla sua compagnia assicurativa (la Generali Business Solution, ex Ina Assitalia), a risarcire in separato giudizio il danno alle parti civili.

Il nocciolo del dibattimento si è incentrato sulla visibilità del veicolo della vittima al momento dello scontro. Nel corso del processo di primo grado il legale di Ferri, l’avvocato Ernesto Picciuto, aveva sottolineato, anche attraverso indagini difensive, come la sera dell’incidente Matricciani, a bordo della Panda, fosse uscito da una strada laterale in cui è previsto uno stop dopo aver fatto servizio di vigilanza in un’azienda della zona e si fosse immesso sulla statale 16 con le sole luci di posizione accese. Per questo Ferri, che in quel momento stava compiendo un sorpasso, non l’avrebbe visto. Il giudice di primo grado ha accolto questa tesi, la Corte d’appello l’ha evidentemente smontata anche alla luce delle testimonianze di altri automobilisti presenti al momento dell’incidente, che hanno sostenuto come la Panda di Matricciani fosse comunque visibile.(d.v.)

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