L'Ipsia Pagliaccetti di Giulianova

Scuole e terremoto: la Provincia chiude l’Ipsia di Teramo e Giulianova

Indici di vulnerabilità sismica: promossi gli altri istituti superiori, ma di tre mancano ancora i risultati

TERAMO. La Provincia chiude due scuole. L’ente di via Milli ha eseguito studi di vulnerabilità su 23 delle 28 scuole superiori di propria competenza negli ultimi tre mesi (gli altri 5 erano già stati “misurati”) e due edifici, l’Ipsia “Marino” di Teramo e l’Ipsia “Pagliaccetti di Giulianova non hanno superato le prove. Per tutte le strutture scolastiche, la Provincia ha commissionato anche le prove statiche (vera discriminante di legge sulle eventuali chiusure degli edifici per ragioni di sicurezza) in maniera da avere un quadro complessivo sulla tenuta delle strutture.
L’ente ha investito fondi propri di bilancio con le risorse derivate dalla vendita della caserma dei carabinieri di Teramo: finanziamenti con i quali, nel corso dell’estate, sono stati realizzati anche interventi riguardanti gli impianti antincendio (800mila euro).

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Nella conferenza stampa che ieri hanno tenuto in Provincia il presidente Renzo Di Sabatino e il consigliere delegato all’edilizia scolastica Mirko Rossi è stata illustrata la situazione di tutte le scuole. Partendo dalla constatazione che «la legge, non fissa una soglia minima di sicurezza (valore massimo 1) limitandosi a sottolineare che sono prioritari gli interventi in quelle strutture dove l’indice è più vicino allo zero. In sostanza si addossa tutta la responsabilità della decisione agli enti locali». La Provincia ha scelto di procedere avendo a riferimento l’indagine statica. Le scuole che hanno indice di vulnerabilità inferiore allo 0,20 con indagine statica negativa sono state chiuse. «Occorre tener conto che in una stessa struttura possono esserci tanti indici di vulnerabilità quanti sono i corpi di costruzione», aggiunge Rossi, «tant’è che il lavoro di verifica è stato particolarmente complesso, anche perchè è coinciso con particolari esigenze delle scuole, come gli esami di Stato». Per questo per alcuni istituti non ci sono ancora i risultati definitivi, ma solo parziali, che comunque lasciano ben sperare. I risultati, comunque, arriveranno entro fine agosto. Rossi annuncia che la soluzione per le due scuole chiuse è stata già trovata: i 200 circa del “Marino” verranno ospitati probabilmente dal vicino Iti così potranno usare gli indispensabili (e con indice superiore allo 0,2) laboratori della propria scuola. I 120 dell’Ipsia di Giulianova andranno all’Iti “Cerulli”.
Intanto partiranno subito i lavori in alcune scuole. «Faremo subito i lavori nelle strutture che hanno un buon indice e che in tempi brevi e con investimenti già previsti possono raggiungere un grado di sicurezza ottimale», spiega Di Sabatino, «e cioè il Milli (che ha problemi al tetto a all’auditorium, ma ha dei buon i indici di vulnerabilità), il Comi (che alla fine dei lavori nel corpo antico avrà 0,80 di indice e che potrà ospitare 800 studenti), il Pascal che ha già ottenuto un finanziamento da più di 5 milioni perchè aveva già dato esiti di inagibilità su un edificio nuovo».
Ma sono previsti lavori anche in altre scuole. Il liceo “Delfico” è titolare di un intervento che prevede la sistemazione dell’ultimo piano e del tetto per 1 milione e 175mila euro ma questo, pur migliorando l’assetto complessivo, non aumenterà l’indice di vulnerabilità. La Provincia ha chiesto alla Regione altri 2 milioni e 500mila euro per completare l’intervento. Ed è proprio di ieri la notizia che il Miur, in base all’istruttoria della Regione, ha concesso 2.115.000 euro.
La cifra per mettere in sicurezza tutte le scuole afferenti alla Provincia è da capogiro: 163 milioni. Per questo Di Sabatino ritiene che si debba ragionare, insieme agli altri enti locali, su nuovi poli scolastici che costerebbero meno e sarebbero realizzati utilizzando le migliori tecniche antisismiche. Un nuovo polo, già previsto, sarà realizzato a Roseto, dove la Provincia ha numerosi plessi in affitto; anche ad Atri si vuol «iniziare un ragionamento per dismettere ciò che non è utile o poco conveniente adeguare e realizzare una nuova struttura».Discorso a parte sul capoluogo: la Provincia vorrebbe rilanciare l’idea di un polo scolastico di ampie dimensioni e di nuova concezione nello spazio della “Gemma Marconi” a piazza Dante: la struttura è dell’Asp (ex Ipab). Ma c’è anche la possibilità di acquisire strutture antisismiche esistenti.
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