Sei detenuti prendono il diploma dell’Alberghiero

Ora hanno la qualifica del terzo anno. Nel 2015 la maturità E nel reparto femminile al via un corso di floricoltura

TERAMO. Carcere, anche luogo di studi. Sei detenuti ottengono il diploma di qualifica al carcere di Castrogno superando il terzo anno di scuola alberghiera, intanto si prepara un corso di floricultura per il reparto femminile.

«Si tratta delle iniziative del progetto “Scuola in carcere”, che l’istituto di istruzione superiore “Di Poppa - Rozzi” ha avviato già da qualche anno in collaborazione con la direzione della casa circondariale di Castrogno», spiega la dirigente scolastica Silvia Manetta, «al termine dell’anno scolastico 2013/2014, sei detenuti hanno ottenuto la qualifica di operatori dei servizi della ristorazione e a settembre proseguiranno il loro percorso di studi iscrivendosi alla classe quarta. Si tratta di ragazzi che hanno una forte volontà e che fanno tirocinio direttamente nella cucina di cui è dotata la struttura carceraria».

La sezione alberghiera è solo il più recente dei due indirizzi proposti dall’Iis “Di Poppa - Rozzi” ed inseriti all'interno del penitenziario. Il primo ad essere attivato nella sezione maschile del carcere di Castrogno è stato quello agrario, un corso di studi per ottenere in tre anni la qualifica di operatore agro-ambientale, più altri due per il diploma di agrotecnico. «Nel corso di agraria, dodici detenuti hanno ottenuto l’idoneità per la classe quinta, gli stessi che lo scorso anno hanno ricevuto la qualifica. Tra questi c’è anche Salvatore Parolisi, che continua con impegno gli studi», racconta la preside, «alcuni avevano solo la licenza di quinta elementare, frequentata a stento peraltro. Questi studenti hanno iniziato a fare esercizi di scrittura e lettura, riappropriandosi di una capacità che avevano perso con il tempo. Dopo aver scoperto per la prima volta l’epica, qualcuno mi ha chiesto di poter leggere l’Iliade e l’Odissea. Sono questi episodi a dimostrarmi ogni giorno come “Scuola in carcere” sia un progetto che va avanti con successo, che dà serenità e potenzia la funzione rieducativa della scuola».

Gli studenti, che hanno dai venti ai sessant’anni, hanno seguito per sei giorni a settimana quattro ore di lezione tenute da insegnanti dell’istituto e altri docenti precari, svolgendo le esercitazioni pratiche nel laboratorio interno del penitenziario con la tecnica della coltivazione fuori suolo. «Per loro la scuola rappresenta una speranza di cambiamento, oltre ad essere l’unica occasione in cui possono confrontarsi con persone con un livello di cultura diverso, evadendo dai problemi quotidiani del carcere. Lunedì o martedì prossimo dovrebbe partire un corso estivo che proseguirà fino al 10 agosto, rivolto sia agli studenti dell’Alberghiero che a quelli dell’agrario, con laboratori di pittura, scrittura creativa e giochi matematici», conclude Silvia Manetta, «mentre un altro progetto che deve prendere il via è il corso di floricultura dedicato al reparto femminile, dove le detenute impareranno a coltivare le rose e altri fiori per abbellire il carcere e portare un po’ di colore».

Chiara Di GIovannantonio

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