Silvi, case affittate alle prostitute Condannata una nonna di 83 anni
Un anno e 4 mesi per favoreggiamento all’anziana proprietaria di due appartamenti
SILVI. A 83 anni affittava case alle prostitute e ai carabinieri, che più volte l’avevano ufficialmente informata invitandola a prendere provvedimenti, aveva sempre risposto: «ma quelle ragazze fanno solo le bariste». Una giustificazione che non le ha evitato una condanna per favoreggiamento della prostituzione ad un anno e quattro mesi. C.M., che vive a Rimini, proprietaria di due appartamenti a Silvi, ieri mattina è stata condannata dai giudici del tribunale di Teramo in composizione collegiale (presidente Giovanni Cirillo, a latere Carlo Saverio Ferraro e Massimo Biscardi) . La nonnina, che è stata assolta dal reato di sfruttamento per cui era finita a giudizio, ieri mattina non c’era. Secondo la pubblica accusa affittare case alle prostitute sapendo quello che avviene all’interno è un reato. Un impianto accusatorio che conferma il modus operandi dei carabinieri che, proprio a Silvi, hanno fatto della lotta alla prostituzione in casa un cavallo di battaglia con l'arresto di numerosi agenti immobiliari accusati di favoreggiamento della prostituzione. Successivamente alcuni hanno scelto di patteggiare e altri sono stati condannati al termine di riti ordinari. All'epoca dei fatti i due appartamenti vennero sequestrati dopo che i militari avevano per due volte notificato alla proprietaria un provvedimento di accertamento dell'attività svolta all'interno degli alloggi affittati ad una ragazza romena. Provvedimento al quale avrebbe dovuto far seguito l'interruzione del contratto di affitto. Ma così non fu. Da qui dunque le accuse per la donna di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L'indagine dei carabinieri della stazione di Silvi, guidati dal maresciallo Antonio Tricarico, risale al 2009. Per mesi i militari hanno seguito i movimenti delle ragazze e in alcuni momenti si sono anche finti clienti per entrare negli appartamenti e accertare la prostituzione delle giovane donne, quasi tutte romene. Un filone, quello degli agenti immobiliari, che gli investigatori hanno seguito per molto tempo, proprio nella zona di Silvi, in particolare nel quartiere Piomba. Secondo l'accusa, infatti, gli agenti immobiliari di volta in volta affittavano alloggi alle prostitute ben sapendo quello che succedeva all'interno delle abitazioni, procurando contratti alle ragazze anche dopo che i militari in più occasioni avevano segnalato loro quello che accadeva nelle case. (d.p.)
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