Slavina si stacca dal Gran Sasso e sfiora la seggiovia quadriposto 

Si è fermata prima di fare danni grazie allo scarico dei pendii operato dagli esploditori Obelix installati a febbraio dalla Provincia. Il gestore degli impianti: «Meno male, ringrazio il presidente»

PIETRACAMELA. «Se non ci fosse stato il sistema di protezione degli Obelix, questa valanga sarebbe stata molto più grande e pericolosa». Così il sindaco di Pietracamela Michele Petraccia sulla slavina che si è staccata dal Gran Sasso probabilmente nella notte tra venerdì e sabato arrivando a ridosso della seggiovia quadriposto senza arrecare fortunatamente nessun danno. Una valanga “anomala”, che si è formata in una zona non segnalata dalla carta regionale che raccoglie gli eventi di questo tipo degli ultimi cinquant’anni e che ha limitato la sua forza grazie al sistema di messa in sicurezza degli “O’bellx” (noti come Obelix), i dodici esploditori antivalanga che sono stati installati sotto il Corno Piccolo nel febbraio scorso dalla Provincia.
Dalle prime rilevazioni degli esperti si è ipotizzato che il fronte avesse una mole di 200 metri di larghezza e due metri di altezza; si sarebbe staccato proprio sotto la vetta del Corno Piccolo, in un punto non visibile, e non avrebbe trovato più neve sufficiente a farlo crescere proprio nella zona dove sono posizionate le campane degli Obelix. La settimana scorsa, infatti, erano stati fatti esplodere degli accumuli pericolosi e questo ha fatto sì che la slavina, non trovando più alimentazione, si sia fermata. Due campane sono, però, state danneggiate. Il primo cittadino ha convocato per oggi una riunione della commissione comunale valanghe. «Si tratta di un fenomeno inusuale, perché la zona non è segnata sulle carte, favorito dalle abbondanti nevicate dei giorni scorsi caratterizzate da diverse tipologie di neve per i bruschi cambi di temperature», prosegue Petraccia, «e grazie al puntuale scarico dei pendii, operato con gli Obelix, la slavina non ha assunto velocità e dimensione pericolose».
Il sistema dunque ha dimostrato di essere efficiente. Nel gennaio 2017, senza gli Obelix, una slavina di grande entità raggiunse il deserto residence Prati di Tivo provocando ingenti danni. E pochi giorni più tardi un’altra valanga, di minore mole, invase le piste da sci. «Questo avvenimento ha dimostrato l’utilità del sistema antivalanghe scelto dall’ente sulla base di autorevoli indicazioni e pareri di tecnici qualificati», commenta il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, «mai come ora dovrebbe essere chiaro che ci sono scelte e decisioni che non vanno giudicate superficialmente e che le competenze hanno un valore specifico». «Fortunatamente il presidente Di Bonaventura ha insistito per far installare gli Obelix un mese fa nonostante la stazione fosse chiusa», ha concluso Marco Finori, gestore degli impianti, «al contrario oggi non avremmo più la seggiovia quadriposto e la slavina avrebbe fatto seri danni».
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