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TERAMO. Il vicepresidente della commissione d’inchiesta sul servizio sanitario ascolta interessato e apparentemente impertubabile dal personale qual è la situazione nell’oncologia del Mazzini....

TERAMO. Il vicepresidente della commissione d’inchiesta sul servizio sanitario ascolta interessato e apparentemente impertubabile dal personale qual è la situazione nell’oncologia del Mazzini. Alfonso Mascitelli visita anche il reparto, che ha un aspetto spettrale: è chiuso dal 6 agosto. Si guarda intorno e apprende che è stato chiuso uno dei pochi reparti con l’aria condizionata, i cui malati sono stati sparsi un po’ ovunque: medicina, neurologia, malattie infettive.

E alla fine sbotta: «Le decisioni prese sono in contrasto con il piano sanitario oncologico regionale: se Chiodi lo ritiene d’impaccio deve proporre al consiglio regionale di abrogarlo. E sono in contrasto anche con il programma operativo 2010, approvato e quindi legge: può essere aggiornato ma non stravolto. Le malattie oncologiche riguardano il destino non solo di una persona, ma di tutta la famiglia. Lo so bene, perchè ho avuto due sorelle morte di tumore: non farò sconti, a costo di andare in procura».

Il dipartimento oncologico. Il senatore - che ieri ha fatto una visita al reparto di oncologia insieme al vicecapogruppo regionale dell’Idv Cesare D’Alessandro, al consigliere comunale di Teramo dell’Idv Valdo Di Bonaventura e quello di Roseto Domenico Cappucci - si riferisce al fatto che è stato abolito il dipartimento oncologico alla Asl di Teramo a febbraio 2011, due mesi dopo l’arrivo del direttore generale Giustino Varrassi. Una soppressione disposta nel piano aziendale, che poi è stato approvato dalla Regione. In effetti anche quelli delle Asl di Pescara e Chieti all’origine erano stati aboliti, ma poi le Asl hanno chiesto una deroga e sono stati ripristinati. Una soppressione, dunque, in contrasto con i due importanti atti adottati dalla Regione. Ma anche con il buon senso: «Il dipartimento», ha osservato ieri il primario Amedeo Pancotti, «raggruppava diversi settori, dall’oncologia, alla radioterapia, alla chirurgia oncologica, ai day hospital negli ospedali, facilitando, peraltro, il percorso del malato. Non capiamo i motivi della scelta: ormai ci si ammala e si muore principalmente di cancro e malattie cardiovascolari. E non lo dico perchè ambisco a essere direttore del dipartimento, che comunque non potrei fare più di 3 anni». «Sono sbalordito», ha commentato Mascitelli, «in Abruzzo in un silenzio assordante il commissario alla sanità, con la complicità del ministero dell’Economia a cui interessa solo far quadrare i conti, sta smantellando il normale servizio sanitario, e il consiglio regionale è spogliato della possibilità di controllo. Informerò della situazione la commissione alla sua riapertura e chiederò una riaudizione del ministro Balduzzi».

Il personale. Che le sorti del reparto di oncologia non siano in cima ai pensieri della classe dirigente lo testimonia anche l’emorragia di personale: da 8 medici si è scesi a 4 e gli infermieri (14) sono in condivisione con il reparto di medicina. «L’ho scritto più volte ai vertici Asl», ha precisato Pancotti, «con così poco personale quando arriverà l’estate chiuderemo, tanto è stato». Il reparto è stato chiuso e i malati sparpagliati nel Mazzini. Non si sa quando riaprirà, probabilmente a settembre, ma non c’è alcuna comunicazione ufficiale.

Il racconto. E quanto la “diaspora” pesi sui malati - che poi dovrebbero essere il fulcro della sanità - è tutto nelle parole di un marito di una degente teramana malata di cancro. «Non ho parole per descrivere quanto subito da mia moglie. Lei prima è stata ricoverata in medicina, poi l’hanno trasferita nel reparto adeuato alla sua malattina, oncologia. Poi questo reparto è stato chiuso ed è tornata in medicina. Ora è in una camerata a quattro letti (in oncologia sono a due letti, ndr) e senza aria condizionata. Ha frequenti crisi respiratorie, con questo caldo è una sofferenza incredibile», racconta sconsolato nell’atrio del Mazzini .

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