TERAMO

Taglio al trasporto pubblico, il Comune ricorre al Tar

Con la riduzione del contributo regionale l’amministrazione dovrà spendere 100 mila euro in più. Il sindaco Brucchi: «O tagliamo le corse o aumenteranno le nostre difficoltà di bilancio»

TERAMO. Il taglio del 5 per cento del contributo regionale per il trasporto pubblico locale mette in difficoltà il Comune di Teramo, alle prese con grossi problemi di bilancio dovuti ai costi del terremoto. Per questo motivo l’amministrazione cittadina ha deciso di fare ricorso al Tar contro la delibera regionale che prevede la riduzione delle somme da trasferire agli enti locali. Nel caso del Comune di teramo si tratta di poco più di 1 milione 900mila euro, ai quali si aggiungono i 120mila euro versati dall’amministrazione cittadina. Soldi con i quali si paga l’azienda di trasporti, la Baltour nel caso di Teramo, che ha in concessione il servizio di trasporto urbano e quello per le frazioni. Con il taglio il Comune deve portare il suo contributo a 220mila euro; altre risorse da togliere a un bilancio già molto problematico.

«Il taglio della Regione», afferma il sindaco Maurizio Brucchi, «interviene in un sistema già molto problematico. Noi siamo da sempre la provincia più bistrattata per quanto riguarda il trasporto pubblico locale: abbiamo più strade e meno chilometri di linee di trasporto. Rispetto alle altre province, quindi, questi tagli ci pesano particolarmente». E la situazione è la stessa per quanto riguarda il Tpl nel territorio comunale teramano. «Abbiamo difficoltà a collegare tute le frazioni», aggiunge Brucchi, «e adesso le cose potrebbero peggiorare. La provincia di Teramo è quella più penalizzata e ogni volta che abbiamo chiesto un riequilibrio, la Regione ha fatto sempre orecchie da mercante. Ora con questo taglio o riduciamo le corse o ci dobbiamo caricare di ulteriori costi che aggravano la difficile situazione del nostro bilancio». Di qui la decisione di presentare ricorso al tribunale amministrativo «perché questo provvedimento della Regione ha grosse lacune». Inoltre, fa sapere ancora il primo cittadino, «abbiamo presentato il ricorso senza richiesta di sospensiva «perché sembra che con il terremoto potremmo salvarci da questo taglio, ma ancora non c’è niente di certo, abbiamo avuto solo delle rassicurazioni verbali».

Di sicuro il terremoto mette in ginocchio le casse comunali. Il problema sono i minori introiti delle tasse dovuti alle tante famiglie sfollate. Il Comune ha emanato finora più di 1300 ordinanze di sgombero, per cui ci sono altrettante unità immobiliari – tra abitazioni, negozi, uffici e locali adibiti ad altre attività – che vengono sottratte alla tassazione. Il minore introito di Tari e Tasi è stato stimato in circa 6 milioni di euro, una cifra che, se non ci saranno interventi statali, potrebbe mandare il Comune al dissesto finanziario. Per questo centomila euro in più o in meno in questo momento possono pesare moltissimo.

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