Team, chiesta una indagine

Una commissione sull'affare-rifiuti dopo il caso Gavioli
TERAMO. Dall'inchiesta teramana sulla Teamtech allo scandalo dei rifiuti in Calabria - che tira in ballo l'Enertech di Stefano Gavioli, socio privato a Teramo - alle dimissioni dello stesso Gavioli dal ruolo di amministratore delegato della Team.C'è quanto basta per istituire una commissione d'inchiesta sul business dei rifiuti in città, tuona Paolo Albi, ex candidato sindaco del centrosinistra, passato a Fli con un salto mortale triplo, che mette all'angolo il sindaco Maurizio Brucchi.
«Occorre verificare se anche all'interno della Team si siano verificati, come in altre parti d'Italia, comportamenti anomali del socio privato», afferma Albi, «fatti che abbiano portato ad evasioni o elusioni fiscali o al gonfiamento di costi di gestione finiti nelle cartelle della Tia pagate dai cittadini». E sul futuro della società mista Team, che vanta un fatturato di 17 milioni l'anno e controlla quasi tutto in città, dai rifiuti ai cimiteri, dal verde alla segnaletica stradale, Albi chiede di bandire una gara europea «per individuare un nuovo socio privato che dia un servizio migliore a costi inferiori per i cittadini».
Ma non è tutto qui il nodo-Team, un anno fa sfiorata dall'inchiesta del pm pescarese Gennaro Varone, sulla società collegata Teamtech che puntava, anzi punta ancora, a realizzare un termovalorizzatore alle porte di Teramo ma che, finora, è costato solo guai giudiziari all'ex assessore regionale Lanfranco Venturoni, ai senatori del Pdl, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano e al re dei rifiuti, Rodolfo Di Zio.
In questa inchiesta, Gavioli appare come parte offesa per i presunti costi gonfiati del terreno del termovalorizzatore pagato dalla Team. Ma non si è mai lamentato né si è costituito parte civile. Ed ora è costretto a uscire di scena lasciando irrisolto il nodo-Team che Carlo Costantini, Siriano Cordoni dell'Idv, e il Pd, denunciano così: «Nel 2006 Comune e Team siglano un accordo destinato a restare in vigore per 15 anni. Ma il socio privato era cambiato, per cui non si poteva procedere all'assegnazione diretta dell'incarico». Nel 2006, infatti, la Slia era stata messa in liquidazione e sostituita da Enerambiente. «L'affidamento fu motivato dalla giunta con l'argomentazione che la nuova società era emanazione diretta della precedente, ma non è così perché avevano due bilanci distinti».
La conseguenza è stata che alla Team e al nuovo socio privato il Comune ha affidato senza alcuna gara pubblica servizi per milioni di euro. Il socio poi cambia ancora, da Enerambiente diventa Enertech. Ma tutto va avanti come se nulla fosse accaduto.
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