Tentò di strangolare la moglie: condannato a un anno e 5 mesi

26 Settembre 2024

TERAMO. Nel dicembre dell’anno scorso venne arrestato dopo essere stato bloccato dai carabinieri con le mani intorno al collo della moglie: lui, un 32enne teramano, in primo grado è stato condannato...

TERAMO. Nel dicembre dell’anno scorso venne arrestato dopo essere stato bloccato dai carabinieri con le mani intorno al collo della moglie: lui, un 32enne teramano, in primo grado è stato condannato a un anno e cinque mesi dalla giudice Claudia Di Valerio al termine del processo in cui era imputato per maltrattamenti e lesioni nei confronti della donna che nel frattempo ha ritirato la querela e non si è costituita parte civile. Il tribunale ha disposto la sospensione della pena e ha concesso il riconoscimento delle attenuanti generiche.
L’uomo era assistito dall’avvocato Luca Carbonara che in sede di indagini preliminari aveva chiesto per l’indagato una perizia sulla sua effettiva capacità di intendere e di volere al momento dei fatti perché, ha sempre sostenuto il legale, compromessa dall’uso di sostanze stupefacenti e alcol. Richiesta, quella della perizia, respinta. La difesa, a questo proposito, ha depositato una consulenza di parte con il tribunale che ha riconosciuto un parziale vizio di mente.
Nel frattempo l’uomo, dopo un periodo di detenzione in carcere, è entrato in una comunità di recupero e ha ultimato il percorso di cura.
L’episodio per cui è finito a processo si verificò a Val Vomano dopo che la donna in passato aveva già denunciato l’uomo per maltrattamenti con la Procura che in quell’occasione aveva chiesto una misura cautelare che all’epoca non era stata concessa. Nei primi giorni di dicembre del 2023 avvenne il nuovo drammatico episodio di maltrattamenti con l’uomo che in quell’occasione, secondo l’accusa della Procura, si sarebbe accanito ancora sulla donna picchiandola, trascinandola per i capelli in casa dopo aver messo a soqquadro l’abitazione: un crescendo di violenza culminato con le mani strette intorno a collo.
Ed è proprio in questo momento che i carabinieri entrarono nell’abitazione dopo la richiesta d’aiuto fatta da alcuni familiari, dopo aver sentito le urla della donna, avevano subito chiamato il 112. Per l’uomo scattò subito il carcere. A gennaio c’è stata la richiesta di rinvio a giudizio e successivamente l’ avvio del processo con l’audizione di vari testi.
Al termine della requisitoria la Pubblica accusa (rappresentata in aula dal pm Roberta Roccetti) ha chiesto la condanna a un anno e due mesi.(d.p.)
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