Martinsicuro

Tentò di uccidere un carabiniere che difendeva la madre: chiesto il processo immediato per un 38enne albanese

18 Novembre 2025

Rapina in casa a Martinsicuro. Sotto accusa Roland Shahini: è stato incastrato dal Dna lasciato su una torcia, ora è in carcere

PESCARA. La Procura chiede il giudizio immediato per Roland Shahini, il 38enne albanese arrestato ad agosto a Rovigo in quanto ritenuto uno degli autori della rapina in una villa di Martinsicuro che, nel novembre dell’anno scorso, degenerò nel tentato omicidio del brigadiere dell’Arma, Dario Ercolani. La richiesta è stata fatta dal pm Stefano Giovagnoni, titolare del fascicolo.

Il militare, uno dei proprietari dell’abitazione, accorse chiamato dalla madre, che si trovava in casa e si era accorta dai ladri, e venne picchiato brutalmente dai malviventi a colpi di piccone e bastone. Shahini, che era latitante da anni e dopo il colpo era tornato in Albania cambiando cognome, è stato incastrato dal Dna trovato su una torcia che aveva tenuto tra i denti sul luogo del delitto. Quando sul posto arrivarono i carabinieri e il 118, le condizioni di Ercolani erano disperate. A salvargli la vita furono i medici dell’ospedale di Giulianova.

Shaini, che nel frattempo era tornato in Albania dove aveva cambiato il cognome prima di fare rientro in Italia, è stato bloccato il 31 luglio a Rovigo. Qui si trova rinchiuso con le accuse di tentata rapina e tentato omicidio aggravato in concorso. Gli altri componenti della banda sono al momento ignoti, ma Procura e carabinieri sono sulle loro tracce. Il 38enne, da sei anni latitante, è stato inchiodato dal Dna. Nella villa del brigadiere, infatti, è stata trovata la torcia che teneva tra i denti mentre tentava di smurare col piccone la cassaforte. Le tracce biologiche analizzate dal Ris e comparate anche con reperti trovati in un’altra villa di Lucca rapinata mesi fa, hanno permesso di incastrare l’albanese.